Spesso manca il tavolo. Manca quello strumento della comunicazione estremamente importante per mantenere un buon rapporto con gli altri e una buona gestione del personale. Spesso del tavolo ci si dimentica, come se fosse qualcosa di scontato qualcosa alla cui mancanza siamo talmente abituati, che se non ci sediamo più quasi non ci facciamo caso.
Spesso manca il tavolo, quello strumento che non dovrebbe mai mancare in azienda
Non ho tempo per sedermi a quel tavolo è una scusa, una giustificazione, che utilizziamo al posto della motivazione vera: ho altre priorità, oppure peggio, non mi interessa.
Ecco, le priorità. La priorità non è quasi mai il tavolo. Le priorità sono sempre il budget, il cliente, il fornitore, il magazzino… le priorità non riguardano quasi mai la persona che mi sta vicino: il collaboratore, il dipendente, l’altro… come se l’altro non fosse importante almeno quanto il budget, il cliente, il fornitore, il magazzino.
Una dichiarazione forte questa, che mette in secondo piano forse l’unica risorsa insostituibile che un’azienda o un gruppo di lavoro ha a disposizione: l’essere umano.
L’essere umano è unico, e non considerarlo come tale significa togliergli la ragione di esistere. L’essere umano è unico e la sua unicità lo rende speciale. Ciononostante diamo più peso al magazzino, al fornitore, al cliente, alle macchine che al collaboratore utilizzando la scusa del tempo. Le conseguenze le abbiamo sotto gli occhi, se non trattiamo il collaboratore come una persona e non ci interessiamo a lui come essere unico in un certo senso gli diamo la stessa importanza del tavolo a cui non ci sediamo: se manca non ce ne accorgiamo.
Se manca la comunicazione, manca l'attribuzione della dignità all'essere umano
Se non dedichiamo tempo alle relazioni non connotiamo l’altro come elemento fondamentale, necessario, unico. Se manca il tavolo rischiamo di non considerare la persona come “la singolarità” ovvero quell’elemento che può generare valore facendo la differenza. In poche parole gli togliamo la dignità come lavoratore ma soprattutto come persona.
E se proprio questo al capo (non leader che quello è ben altra cosa) la presenza di persone in azienda è un mero fatto economico, quando manca la comunicazione togliamo all’altro il motivo di dirci se qualcosa va o non va, gli togliamo la responsabilità di riportare le criticità del processo, gli togliamo un buon motivo per venire al lavoro, per contribuire al progetto aziendale, gli togliamo il desiderio di fare di più, di fare meglio.
A volte basta poco, basta solo ricordarsi che col tavolo ancora lì virgola che ci possiamo sedere attorno e che insieme possiamo sorseggiare un caffè e che in quel momento possiamo fare una semplice domanda: come stai?
Una domanda semplice che rivela l’attenzione per la condizione dell’altro, che dimostra interesse, partecipazione. Una domanda semplice che apre le porte di una relazione. Una relazione tra esseri umani.
Allora troviamo il tempo per sederci attorno a quel tavolo. Cerchiamolo il tempo per sorseggiare un caffè insieme, non è uno spreco di energie ma un grande investimento.