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Il virus nella comunicazione

In questi giorni è virale non solo il #coronavirus ma anche un video della trasmissione Leonardo di qualche anno fa che si riferisce alla creazione del #covid19 in laboratorio. La notizia è falsa, lo ha detto Burioni dimostrando con tanto di pubblicazioni scientifiche che il disagio a cui siamo sottoposti ora deriva da un evento naturale non creato in laboratorio.

In merito alle notizie false prese per vere, mi sento di dare alcune indicazioni importanti. Queste strumentalizzazioni non avvengono solo per scopi propagandistici e su larga scala ma anche in gruppi molto più piccoli come quello che si viene a formare naturalmente in azienda. L’incapacità di valutare cum grano salis le notizie deriva da alcuni schemi mentali che manifestiamo nell’analisi dei dati: i bias e le euristiche, errori di ragionamento che il nostro cervello produce regolarmente senza accorgersene. Possimao meglio definirli in questo modo:
Bias, viene tradotto come inclinazione, predisposizione, pregiudizio;
Euristiche, sono escamotage mentali che portano a conclusioni veloci con il minimo sforzo cognitivo;
Addentrarci nelle specifiche dell’argomento comporterebbe la scrittura di un manuale quindi tra euristiche e bias vorrei citare solo quelli che si manifestano inconsapevolmente in coloro che condividono notizie senza prendersi un attimo per chiedersi:
a. qual è la fonte?
b. quali sono le basi che rendono la notizia attendibile?
c. che beneficio ho a riportarla pedissequamente?
d. che beneficio trae l’organizzazione se riporto la notizia pedissequamente?

Attribuzione di ruolo: lo ha detto il capo quindi è vero. Avere un ruolo di qualunque tipo comporta l’attribuzione di una certa autorità che si riferisce non solo a quello che viene fatto ma anche a ciò che viene detto. Le azioni e le parole di un leader informale (senza incarichi formali ma percepito come tale) o formale (con incarichi formali, un capoufficio, team leader, eccetera) vengono automaticamente prese come vere ma solo quando ci limitiamo a non pensare ovvero quando l’organizzazione incoraggia quello che André Spicer e Mats Alvesson nel loro libro chiamano “stupidità funzionale”.

Bias di conferma: un interessante meccanismo del nostro cervello che cerca nelle parole degli altri ciò che alimenta i nostri punti di vista già esistenti. Pensiamo che Tizio sia un incapace? Cercheremo nelle parole degli altri la conferma di quello che pensiamo. Riteniamo che il #coronavirus sia stato creato in laboratorio? Ecco il video di Leonardo che ci offre le prove che cercavamo con tanto di associazione nominativa con il grande scienziato rinascimentale.

Bias di proiezione: ci fa compiere un altro errore grossolano che è quello di credere che la maggior parte delle persone la pensi come noi. Tizio è uno scansafatiche, lo sanno tutti. Allo stesso modo, è chiaro a chiunque che il #coronavirus è stato creato in laboratorio.

Di bias ed euristiche ce ne sono davvero tanti ed è quindi facile pensare che il nostro cervello venga colto in fallo durante il ragionamento proprio perché sono insiti nel nostro sistema. Conoscerli è il primo passo per evitarli. Seguire i punti da 1 a 4 che ho elencato prima è l’unico modo per evitare distorsioni informative che peggiorano la situazione. Riassumo in positivo il percorso da compiere:

a. qual è la fonte? Se non lo sai, controlla. Se non è chiara, non divulgare informazioni. Potrebbero compromettere la stabilità del gruppo.
b. quali sono le basi che rendono la notizia attendibile? Se è una notizia su un evento straordinario di cui non conosco praticamente nulla come il #coronavirus, la fonte deve citare pubblicazioni scientifiche riconosciute ed ufficiali. Se si tratta dei comportamenti di una persona o di atteggaimenti tenuti di cui non sei testimone, tieni sempre presente che esiste un effetto distorsivo nelle comunicazione.
c. che beneficio ho a riportarla pedissequamente? Se non vi è alcun beneficio per chi ti ascolta, ometti di diffondere l’informazione. Se il beneficio è esclusivamente personale, ometti di diffondere l’informazione.
d. che beneficio trae l’organizzazione se riporto la notizia pedissequamente? La risposta è facile. Riportare pedissequamente qualunque tipo di notizia implica che non c’è stato né un controllo sulla fonte, né sui contenuti. La possibilità di incorrere in un errore è davvero grande quindi ometti di diffondere l’informazione.

Piero Vigutto

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