Il tuo migliore amico è il sovversivo

Il tuo migliore amico è il sovversivo

Oggi, è notizia ormai nota, Oscar Giannino trasmetterà per l’ultima volta da Radio Sole 24 Ore. La voce della dissidenza economico/politica viene fatta tacere (disponibili ancora i podcast). Non voglio qui discutere sulle motivazione ma neanche nascondere il mio apprezzamento per il Giornalista (la G maiuscola non è un errore di battitura) per lo stile con cui ha condotto sempre le sue trasmissioni. Egli non è mai venuto a patti con i dati e con la verità, buttandoli sul tavolo e cercando di portare i suoi ospiti a discutere sul piano della concretezza.

Quello che mi è sempre piaciuto di lui è il valore dell’opposizione, quella dichiarata, aperta al dialogo, costruttiva, del sovversivo dialogante.

Cosa impariamo da questo fatto?

Una prima superficiale analisi potrebbe portarci a pensare che è meglio tacere. Vuoi tenerti il lavoro? Allora taci e china la testa. Ma se analizziamo bene la situazione le considerazioni che possiamo fare sono ben altre. Siamo di fronte ad una persona che ha sempre cercato il dialogo e il confronto costruttivo, la concretezza dei numeri, dicevamo, prima delle opinioni. Numeri e fatti su cui basare le disquisizioni, un’altra visione con i suoi punti di forza e anche di criticità perché tutto è migliorabile. Non siamo di fronte ad un polemico tanto per fare polemica, di quelli che incontriamo nei corridoi delle aziende a cui se chiedi “come va?” ti rispondono sempre con un elenco di cose che non vanno e poi non fanno nulla per migliorare la situazione, anzi. Qui siamo di fronte ad un Giornalista con la G maiuscola, ad un economista (senza essere dottore) perché capace più di altri di analizzare e comprendere il significato dei numeri, uno che è stato colto in fallo (il CV falso alle elezioni di qualche anno fa) e che, senza gridare al complotto dei fantomatici poteri forti, si è preso la responsabilità dell’accaduto, ha chiesto scusa e si è ritirato. Un atteggiamento, quest’ultimo, che dice molto della moralità della persona.

Questa vicenda non ci insegna a chinare il capo. Questa vicenda ci insegna che il sovversivo, quello costruttivo, educato, che dice le cose come le vede, non viene ascoltato da chi le cose non le vuole sentire. Capita anche in qualche azienda, quelle managerialmente ferme al famoso detto del Marchese del Grillo “io so io…” e quindi taci ed esegui perché “non ti pago per pensare!”. Quante volte lo abbiamo visto? E come sono finite quelle imprese?

Nelle aziende migliori, quelle che evolvono, il sovversivo, quello che ti tira la giacchetta, che ti ferma o che ti insegue nei corridoi, che ti manda la mail la mattina presto o la sera tardi o quando sei in ferie, quello che ti dice che c’è qualcosa che non va ma che ti dà anche la soluzione, quello va ascoltato. Va ascoltato perché non è un rompiscatole anche se a volte ne ha i modi. Va ascoltato perché ci tiene all’azienda in cui lavora, ci tiene a migliorare la situazione, ci tiene a fare un lavoro di qualità. Personalmente ho più paura di chi non parla, perché non ti avvisa che stai andando verso il baratro e magari scende pure in corsa e ti saluta mentre precipiti.

Il sovversivo, anche se ci sono momenti in cui non lo sopporti proprio, va ascoltato, perché è il migliore amico che tu possa avere.

Piero Vigutto

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Comments (6)

  • Giovanni De Filippo Reply

    Interessante analisi…… e mi creda condivisibile, non immagina quanto io me la senta addosso…..e…. quanto ho pagato per questo negli anni.

    30 Luglio 2019 at 11:43
    • Piero Reply

      Carissimo Giovanni, grazie per aver condiviso con noi questo suo pensiero. Sarebbe interessante se volesse approfondire e raccontarci la sua esperienza.

      14 Agosto 2019 at 15:27
  • Giovannangelo Moretti Reply

    Concordo pienamente con l’articolo, in alcuni tratti mi ci rivedo…

    13 Agosto 2020 at 10:26
    • Piero Reply

      Grazie per il tuo commento Giovannangelo

      27 Agosto 2020 at 15:21
  • Raffaele Salvatore Donelli Reply

    E non vale solo in Italia ma anche all’Este sebbene in forma meno grave! Chi lavora ed è critico sa che ha molti occhi puntati addosso ma sa anche che è l’unico che può camminare a testa alta e guardare chiunque.negli occhi senza dover mai abbassare il suo sguardo. Questo mi ha sempre dato forza e penso che valga per tutti coloro che realmente amano e credono ne loro lavoro. A Maiora signor Giormalista

    28 Agosto 2020 at 16:28
  • Andrea V. Reply

    Concordo.

    Ci sono però due tipi di sovversivi. Quelli che sovvertono fine a se stesso (distruttivi) e quelli che propongono soluzioni diverse e sarebbero pronti a portarle avanti.

    I secondi vanno incentivati, i primi licenziati (e l’articolo 18 è da abolire anche nel pubblico)

    15 Settembre 2020 at 10:23

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