Il convegno “Risorse Umane, innovazione e strategie” (#HRO2019) di lunedì 02 dicembre 2019 organizzato assieme all’Unione degli Industriali di Pordenone, ha portato nella cittadina friulana relatori che hanno affrontato un tema di scottante attualità: il futuro delle risorse umane in un mondo 4.0 che cambia sempre più velocemente. L’argomento è stato toccato da diversi punti di vista. Abbiamo ascoltato un avvocato, un consulente del lavoro, un professore universitario, uomini d’azienda e delle associazioni di categoria, esponenti del sindacato, filosofi e psicologi impegnati quotidianamente con le persone nelle imprese. Abbiamo analizzato come le dinamiche normative che hanno modificato l’idea di lavoro e di azienda, perfino il rapporto tra datore di lavoro e dipendente. Abbiamo capito come la Gig Economy ha trasformato i rapporti di lavoro, non solo quelli dei Riders di Foodora o Delivero ma anche quelle imposte ai lavori di “casa nostra”, dal tornitore all’impiegato tutti siamo coinvolti. Ci è stato spiegato il senso e il valore dello studio della filosofia e dell’etica per un’azienda che vuole avere un rapporto umano con le persone che in essa lavorano o producono. Qui di seguito le dichiarazioni dei relatori, i materiali e alcuni approfondimenti consigliati.
Com'è andata
Territorio, personale, risorse economiche, normative
“Le aziende innovative sono affamate di dati. Cosa nota, ma me ne sto rendendo conto anche per esperienza professionale diretta. Le aziende “toste” affrontano il mercato attraverso la raccolta, l’analisi e l’elaborazione di dati e informazioni, che poi usano per cambiare i processi produttivi, evolvere i propri prodotti, capire potenzialità e difetti dei dipendenti, conoscere i propri clienti – vecchi e potenziali. Usano i dati come la nuova “sfera di cristallo”. Gli algoritmi e chi li governa sono i nuovi stregoni. E in questo contesto la normativa vigente, come il Regolamento 679/16 in materia di protezione dei dati personali (GDPR), crea una cornice normativa solida, comune a tutta l’Europa. Il GDPR obbliga le aziende a creare modelli organizzativi di gestione dei dati, finalizzati ad abbattere il rischio di violazione della privacy. L’azienda dovrà così adottare misure di sicurezza, sia da un punto di vista informatico che organizzativo, logistico, procedurale e normativo, in un’ottica di responsabilizzazione ed accountability”
La normativa si sta concentrando sulla revisione delle forme contrattuali odierne e sulla creazione di nuove forme ibride, come avvenuto per i rider. Forse però sarebbe opportuno un veloce cambiamento della cultura del lavoro e delle forme di tutela. Sempre più, per i moderni lavori, la tendenza è verso un lavoro autonomo e flessibile; lavoro che, come la Costituzione ci insegna, deve essere tutelato in ogni sua forma. Il lavoro è innovazione e l’innovazione è lavoro, per questo uno non può prescindere dall’altro ma devono contaminarsi e tutelarsi vicendevolmente. L’aspetto di regolamentazione è fondamentale ma si deve “scontrare” con un’innovazione che sempre di più sta perdendo una connotazione territoriale, ma che ancor di più ha bisogno di una forte tutela normativa. I ministeri del lavoro e dell’innovazione devono lavorare in stretta sinergia per fare in modo di non ostacolarsi, ma proteggersi e tutelarsi reciprocamente, dando la possibilità alle startup innovative di crescere con certezze normative anche negli ambiti giuslavoristici. La tutela della legalità e la creazione di regole condivise che diano possibilità di sviluppo anche nel nostro paese alle imprese innovative deve essere l’obiettivo a cui tendere. Il legislatore deve essere pronto quindi ad affrontare tematiche come la gig economy, ma anche, e soprattutto, come blockchain ed intelligenza artificiale.
Recenti riforme normative (dall’obbligo della dichiarazione non finanziaria disposto dal D. Lgs. 254/2016 a quello di adottare un adeguato assetto organizzativo per prevenire le crisi disposto dal D. Lgs. 14/2019, dall’obbligo di proteggere i whistleblower disposto dalla l. 179/2017 a quello di implementare un modello gestionale idoneo a prevenire anche la corruzione fra privati disposto dalla l. 3/2019) hanno sancito la definitiva prevalenza, sulla tradizionale concezione proprietaria dell’impresa, della concezione istituzionale, fondata sulla sua responsabilità sociale e sulla sua vocazione etica. Si tratta di un poderoso “cambio di paradigma”, che costringe le imprese italiane, e soprattutto quelle nordestine a trazione familiare e monocratica,, a un ripensamento radicale di molte delle loro più diffuse prassi organizzative.
Change management, formazione, organizzazione
Incontri come questo fanno bene alla galassia delle piccole-medie imprese. Per far fronte al continuo cambiamento che il mercato e l’impianto normativo relativo al mondo del lavoro impongono si deve per forza passare attraverso la crescita e la formazione del capitale umano. L’utilizzo di consulenze esterne per colmare i gap presenti in azienda è da intendersi a mio parare indispensabile. Rotta la diffidenza iniziale derivante dalla paura di far “giudicare” il proprio operato ad un professionista sconosciuto si riesce finalmente a percepire che l’intervento di tipo valutativo porta la possibilità di intervenire sui punti di criticità che è la base dell’evoluzione dei vari team e dei singoli. I benefici che ne derivano sono assolutamente incontestabili e la maggiore consapevolezza che il personale acquisisce si evidenzia nel breve e nel lungo termine. L’esperienza vissuta in Proel TSI conferma in modo assoluto che l’approccio alla consulenza esterna porta, oltre alla formazione “tecnica” delle persone, anche all’accrescimento delle loro soft-skills.
Marco Fadini
Oggi più che mai l’efficienza e l’innovazione nella gestione delle risorse umane si rivelano obiettivi primari della strategia di sviluppo aziendale. In Lamitex ci avvaliamo della consulenza di uno specialista delle Risorse Umane, il Dott. Piero Vigutto, con il quale abbiamo avviato una collaborazione pluriennale che ha portato all’implementazione di un sistema di gestione del personale denominato “High Performance System”, basato su quattro pilastri:
- Conciliazione tempo lavoro – famiglia
- Welfare
- Percorso di crescita professionale ed economica
- Comunicazione azienda personale
Siamo convinti che solo mantenendo ad alti livelli la motivazione dei propri dipendenti essi potranno esprimere al meglio le proprie potenzialità e mettere a frutto le competenze acquisite, al fine di dare un contributo fondamentale alla crescita del business aziendale nel futuro.
Piero Vigutto
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L’importante Evento realizzato Lunedì 2 Dicembre presso Palazzo Klefisch è risultato molto formativo e attuale; L’Innovazione nei Processi e nella Gestione delle Persone” è un tema centrale in Azienda, dice Ferdinando Azzariti, Presidente di Salone d’Impresa SpA. Nell’Era della “Information Technology” compare un nuovo “salto quantico” per le piccole e medie imprese: quella del passaggio dall’HR Manager al HRO, cioè all’Human Resource Outsourcing, ovvero il Temporary Manager dedicato allo sviluppo delle persone. Infatti da una ricerca del 2019 fatta dall’Osservatorio statunitense TRENDS REPORT (dedicata proprio HRO) è emersa la possibilità che l’HRO riduca – rispetto all’HR classico – del 21% i costi di sviluppo delle persone, del 10% i costi assicurativi e del 3% i benefit aziendali. La presenza dell’HRO – sottolinea Ferdinando Azzariti – oltre ad assicurare una significativa riduzione dei costi nell’Area Risorse Umane, permette all’Alta Direzione di essere più concentrata sia sul modello di business, sia sulla produttività che sulla comunicazione interna: ovvero i 3 driver fondamentali del prossimo futuro.
Industria 4.0 e gestione delle risorse umane
Per il Segretario generale della Fim Cisl Marco Bentivogli : oggi nessuno si occupa del ciclo di vita delle competenze del capitale umano, senza le quali non c’è futuro per l’industria. Per questo ritengo sia sempre più necessario che accanto al bilancio economico/finanziario un’azienda debba avere uno skill monitor, cioè un bilancio della professionalità come risultato di una stima delle competenze di ciascun lavoratore all’interno dell’azienda. Partendo dalle fabbriche bisognerebbe allargare la raccolta di dati e competenze alla filiera e poi ai territori per realizzare uno skill monitor territoriale. Solo avendo chiara la partita che la formazione gioca e giocherà dentro la rivoluzione digitale potremmo cogliere tutte le opportunità che essa può offrire, senza lasciare indietro nessuno. Per questo nella nuova piattaforma del contratto dei metalmeccanici, dopo aver voluto nel precedente rinnovo il diritto soggettivo alla formazione, oltre a rafforzarlo, chiediamo e sosteniamo con forza il bilancio delle competenze del lavoratore. Uno strumento, che se messo in campo seriamente, non solo nei convegni ma nella pratica quotidiana, colmerebbe lo skill mismatch che oggi interessa gran parte dei lavoratori con risultati negativi anche per la produttività delle aziende, dando prospettiva e futuro a lavoratori e imprese.
Il contributo che la filosofia può dare all’innovazione è strettamente legato alla situazione attuale, nella quale il “pensiero critico” soffre di una grave crisi di presenza e di utilizzo sistematico. Infatti, i nuovi strumenti del web, oltre a positivamente accelerare la comunicazione, rischiano nel contempo di semplificarla al punto da togliere chiarezza ai concetti e agli oggetti che vengono comunicati. Non solo, ma una eccessiva velocità di comunicazione provoca quasi sempre una sorta di banalizzazione del messaggio e quindi un decadimento della qualità relazionale. L’uomo non può affidarsi alla macchina senza un uso costante del pensiero critico, intendendo come tale il sillogismo dimostrativo e la ricerca deduttiva. Se lo scienziato può intuire (anche genialmente) una nuova possibilità conoscitiva circa un tema disciplinare, in seguito è obbligato a sistematizzare l’intuizione mediante la logica argomentativa e, appunto, ciò che è “pensiero critico”. Se questo procedimento viene meno, come sta accadendo in molte situazioni, specie là dove si confonde l’ideologia con la ricerca dei fondamenti di un sapere, il rischio dell’errore è enorme, inversamente proporzionale alla speranza di innovare veramente.
Paolo Candotti
“Forse un concetto meglio di altri, cattura il grande cambiamento nella società e nel mercato del lavoro: average is over, ovvero la media non conta più. «Un tempo un lavoratore con delle conoscenze medie, che svolgeva un lavoro medio, poteva garantirsi uno stile di vita medio. Oggi questa media non esiste più in conseguenza di tre grandi fenomeni che toccano trasversalmente tutto il mondo sviluppato: la crescente produttività delle macchine intelligenti, la globalizzazione dell’economia e la polarizzazione all’interno delle economie avanzate tra settori del tutto stagnanti e settori molto dinamici. La velocità e la portata del cambiamento – ha aggiunto ancora – impongono a policy maker e amministratori di essere altrettanto veloci ed efficaci nell’adottare politiche capaci di gestire al meglio la transizione, orientando, formando e riqualificando il capitale umano. Per il quale la chiave del successo sembra riguardare un mix appropriato di conoscenza tecnica, di soluzione dei problemi concreti e di capacità di comunicazione”
Letture consigliati e materiali per una riflessione su un mondo che cambia
Alcuni di questi libri li avrete visti tra le letture consigliate della rubrica #30giorni1libro, di altri probabilmente leggerete la recensione più avanti.
Lezioni Americane (Italo Calvino)
L’uomo che piantava alberi (Jean Giono)
Comunicare stanca (chi comunica e chi ascolta) (Renato Pilutti, Romano Frè)
Della Libertà (Renato Pilutti)
Contrordine compagni. Manuale di resistenza alla tecnofobia per la riscossa del lavoro e dell’Italia (Marco Bentivogli)
Abbiamo rovinato l’Italia? Perché non si può fare a meno del sindacato (Marco Bentivogli)
Non bastavano i buoni pasto? Come e perché prendersi cura delle proprie persone (Piero Vigutto, Luca Furfaro, Enrico Bernini, Gianmarco Guerrini)
Materiali
#HRO2019 - slides Azzariti 410.94 KB 29 downloads
2019-12-02 - HRO_2019 Presentazione - AZZARITI ...Il convegno “Risorse Umane, innovazione e strategie” di lunedì 02 dicembre 2019 organizzato assieme all’Unione degli Industriali di Pordenone è terminato come tutti i convegni dovrebbero terminare, ovvero con uno scambio di idee che sono e saranno il germoglio di altre idee che si tramuteranno in azioni volte al miglioramento del futuro contesto lavorativo, allo sviluppo delle imprese ma soprattutto delle persone.
Piero Vigutto
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