Ho intervistato Claudia Ferrero, CEO di HorecaJob, startup che affronta le sfide del recruiting nell’ospitalità. Nata per risolvere le difficoltà emerse durante le esperienze lavorative, la missione di HorecaJob è innovare il processo di recruiting, semplificandolo attraverso l’uso della tecnologia.
Claudia Ferrero, CEO e fondatrice di HorecaJob, una startup innovativa nel settore dell'ospitalità. Per cominciare, ci potrebbe spiegare come è nata l'idea di creare HorecaJob e qual è la missione della vostra piattaforma?
Ogni startup nasce per risolvere un problema. HorecaJob quindi nasce a seguito di difficoltà vissute durante le nostre esperienze lavorative come direttore d’hotel e direttore del personale, che si sono acuite con la pandemia. In passato la domanda riusciva a coprire l’offerta, bastavano il passaparola o le candidature spontanee a ricoprire tutte le posizioni. Non servivano quindi particolari metodi o sistemi per gestire questo tipo di attività anche se la redazione dei CV lasciava molto a desiderare. Oggi assistiamo ad un totale cambio di paradigma, dovuto anche ad alcuni fattori globali la denatalità, che ha totalmente spiazzato le aziende. Un fenomeno aggravato da quello che si può definire talent shortage, turnover e mismatching che ha portato a far raddoppiare le attività di ricerca e selezione rispetto ad anni fa. Oggi gran parte delle aziende sono sempre alle prese con posti vacanti. Non dimentichiamo poi che nelle PMI italiane non esiste un responsabile HR, per cui tutto grava sull’imprenditore che è già oberato di mille cose da fare e che non può essere competente su tutte le materie. La missione di HorecaJob quindi è quella di innovare il processo di recruiting, per semplificarlo e se possibile migliorarlo. Vogliamo infatti favorire un incontro tra le parti più efficace, veloce e mirato grazie alla tecnologia di cui oggi disponiamo.
La startup è particolarmente focalizzata sui cosiddetti “blue collars” cioè sul personale operativo. Ci potresti raccontare come la vostra startup sta affrontando le sfide specifiche legate a questa categoria di candidati?
Il nostro focus su posizioni operative nel settore Ho.Re.Ca. parte dalla consapevolezza che l’80% delle ricerche riguarda ruoli non manageriali, ricoperti spesso da persone straniere, con una conoscenza limitata della lingua italiana e soprattutto della redazione di un CV. Abbiamo perciò sviluppato una piattaforma che renda il processo di candidatura più accessibile, permettendo a chiunque, anche senza un PC, di utilizzare il proprio cellulare per inserire informazioni chiave tramite una chat istantanea e fornire contenuti multimediali come foto e video.
Come affrontate la sfida della comunicazione e della raccolta di informazioni da parte di stakeholders abituati a strumenti più tradizionali?
Riconosciamo la necessità di adattarci alle abilità e alle preferenze dei nostri candidati. La comunicazione istantanea attraverso la chat non solo semplifica il processo, ma consente anche ai candidati di fornire informazioni in modo efficace e puntuale. Questa metodologia non solo risponde alle esigenze di chi cerca lavoro, ma ottimizza anche il tempo dei recruiters, evitando rincorse telefoniche o e-mail per ottenere le informazioni necessarie. La nostra piattaforma è progettata per essere inclusiva e agevole per tutti.
Molto interessante. Oltre alle sfide specifiche dei candidati, come HorecaJob affronta il problema più ampio dello staff shortage?
La carenza di personale è una sfida condivisa da molte aziende nel settore. La nostra piattaforma non solo facilita il processo di recruiting, ma sfrutta la potenzialità di tutti i candidati iscritti per ricandidarli ad altre opportunità in maniera dinamica grazie all’A.I. Inoltre, poiché siamo anche una società benefit stiamo lavorando attivamente su iniziative di self-awareness tramite skill tests oltre che di formazione gratuita per aiutare a colmare il gap di competenze. La nostra missione è creare un ecosistema che offra un piccolo contributo al raggiungimento di alcuni obiettivi dell’agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Obiettivi senza dubbio molto attuali. La vostra piattaforma sembra centrata sulle esigenze specifiche delle persone. Ritiene che una migliore "candidate experience" oggi possa fare la differenza per attirare candidati?
Assolutamente sì. La “candidate experience” è una priorità fondamentale per noi. La possibilità di utilizzare un dispositivo comune come il cellulare e la comunicazione attraverso una chat intuitiva, creano un ambiente confortevole per i candidati che non devono più passare molte ore a comporre un CV. Vogliamo garantire che ogni candidato, indipendentemente dalle sue abilità o background, possa accedere alle opportunità lavorative.
Cosa consiglieresti alle aziende che stanno lottando con la ricerca di personale operativo?
Raccomanderei alle aziende di adottare un approccio più flessibile e moderno, abbandonando la teoria del “abbiamo fatto sempre così”. Abbracciare tecnologie, essere aperti all’innovazione e cercare soluzioni che rispondano ad esigenze specifiche non sono più un “nice to have” ma un “must to have” per affrontare le sfide attuali e future.
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Piero Vigutto
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