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Assumere l’ex dipendente che se ne è andato oppure no?

Assumere l’ex dipendente che se ne è andato oppure no? Cosa fare di fronte ad un ex collaboratore che, dopo essersene andato a lavorare anni prima da un competitor, ti manda il CV perché si candida ad una posizione scoperta nella tua azienda? Riassumerlo o, visto che ha fatto quella scelta, lasciarlo andare per sempre per la sua strada?

In questi anni di attività mi sono trovato di fronte a questa questione, più volte e in aziende diverse. Assumere l’ex dipendente oppure no? Ebbene, da confronti diretti con la direzione ho potuto riscontrare diverse posizioni. Ne elenco alcune:

  • Non assumiamo chi se ne è andato, ha fatto la sua scelta
  • La fedeltà all’azienda è uno dei nostri pilastri
  • Ha saltato il fosso e ora vorrebbe ritornare a mangiare questo osso? Mai!
  • La minestra riscaldata non è mai buona
  • Varie ed eventuali

Sinceramente non ho mai capito il motivo di rifiutare a priori la candidatura di un collaboratore che vuole ritornare, assumere l’ex dipendente non è poi così grave, anzi potrebbe rivelarsi estremamente vantaggioso. Vediamo perché.

Primo, se un candidato ha le caratteristiche giuste è un buon candidato. Non ha senso rifiutare la candidatura di un ex dipendente solo perché è un ex dipendente. Ricordiamoci che l’azienda e il mercato richiedono competenze. Le assunzioni si devono basare su questo fattore non su principi personali fuori contesto. Un no a priori all’ex dipendente sembra più una ripicca da pensiero veloce, come direbbe Daniel Kahneman, più che da pensiero lento, logico e riflessivo (Kahneman D., Pensieri lenti e veloci, Oscar saggi cult, 2020).

Secondo. Assumere l’ex dipendente che ha fatto altre esperienze è un plus. La persona che si sta candidando per rientrare nell’organico della vostra azienda ha maturato esperienze altrove, magari da un competitor. Questo significa che ha idee nuove, diverse, ha fatto esperienze che possono essere riportate all’interno della compagine aziendale. Darà stimoli nuovi ed energie diverse.

Terzo. Fa bene alla comunicazione interna e all’attraction. Assumere l’ex dipendente dice agli altri dipendenti che non ci sono pregiudizi di sorta. Assumere l’ex dipendente dimostra apertura proprio perché molti non lo fanno. Assumere l’ex dipendente manda un messaggio chiaro: ti valuto per quello che sei e per quello che sai fare e non c’è tradimento se te ne vai.

Quarto. Fedeltà non significa necessariamente invecchiare insieme. Di preciso cosa significa essere fedeli? Qualunque definizione darete a questa parola non calzerà per nulla con il mondo del lavoro. Chiunque intimi fedeltà fino alla morte all’azienda forse si è dimenticato che il mondo del lavoro non funziona così ma che in esso esiste una certa dinamicità e per fortuna! Chi spera che il collaboratore permanga all’interno dell’azienda fino alla pensione allora è ancorato ad un modello del lavoro desueto che non esiste da parecchio tempo. Che si vogliano trattenere le risorse più interessanti questo va bene, per farlo però puntate di più sull’engagement con la consapevolezza che, qualunque cosa farete, prima o poi se ne andranno. La questione quindi non è che se ne andranno ma il contributo che daranno nel periodo in cui staranno con voi.

Quinto. Assumere l’ex dipendente riduce i costi di ricerca e selezione. Sapete chi è, ci avete già lavorato, si candida… perché non assumerlo? Risparmierete i costi occulti di ricerca e selezione e avrete qualcuno che conoscete già. In un mercato in cui la domanda incontra grande difficoltà ad essere soddisfatta. In questo periodo avere la candidatura di una persona che conoscete mi sembra un regalo dal cielo.

Ultimo. Assumere l’ex dipendente perché è un ex dipendente non è un buon motivo. Punto. Non servono altre spiegazioni.

Assumere l’ex dipendente è quindi una prassi che si può, anzi, si deve considerare proprio per il bene dell’azienda.

Piero Vigutto
Licenza Creative Commons
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2 Recent Comments

  • Alessandra
    3 Marzo 2023

    Ciao Piero, ho trovato interessanti le tue riflessioni su “Assumere L’ex dipendente” che condivido e che vorrei anche estendere a coloro che decidono di prendere un periodo di aspettativa, un anno sabatico per studiare, per fare altre esperienze, per vedere la realtà aziendale in cui uno lavora con altri occhi fuori dal contesto lavorativo….
    Ho sentito dire: “Se ti prendi questo periodo, ricordati che la tua carriera in questa azienda è terminata”. Niente di peggio per demoralizzare, demotivare… Una condanna annunciata. Ma perchè? La persona rientra con nuovi stimoli, nuove idee, forse nuova forrmazione, nuovi punti di vista … Come si fa ad ipotecare il futuro professionale di una persona?

    Reply
    • Piero
      7 Marzo 2023

      Cara Alessandra, grazie per il tuo intervento. Purtroppo non si può ragionare con chi non comprende il valore di un’esperienza diversa. Quello che mi viene in mente quando sento una minaccia, di qualunque tipo, è che chi la proferisce ha in realtà paura di perdere quello che ha, una persona valida in questo caso, e pensa di farla desistere con le minacce. Che sia poco lungimirante o timoroso poco importa, in entrambi i casi dimostra di essere lui/lei la persona meno adatta a stare in quell’azienda (e anche nelle altre).

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