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Non trovo personale perché…

“Non trovo personale perché…” è l’incipit di molte frasi che raccolgono un errore fondamentale fatto di mancanze (di dati e di ragionamenti sui dati). Quando si cerca personale la prima cosa da fare è l’analisi approfondita del mercato del lavoro, altrimenti come facciamo a capire quali sono i trend, le figure più ricercate, le competenze più richieste, eccetera? L’analisi del mercato del lavoro è una delle tante attività basilari che spesso non viene svolta perché è più facile avere opinioni (non trovo personale perché…) piuttosto che farsi domande per trovare le risposte giuste. Allora cerchiamo di fare qualche domanda e di dare qualche risposta.

Nel nostro viaggio cercheremo di analizzare tutte le affermazioni che danneggiano gli imprenditori, prima tra tutte: “offro un milione di euro vitto e alloggio ma non trovo persone che accettano di lavorare per me”. Ormai lo abbiamo capito tutti che è una speculazione basata sul nulla per il famoso quarto d’ora di celebrità di cui parlava Andy Warhol: “Nel futuro ognuno sarà famoso nel mondo per 15 minuti”. Abbiamo capito anche che la comunicazione è importante e che, grazie ai social e a internet, tutti sanno tutto di tutti. Se dici che strapaghi le persone e nessuno vuole lavorare per te non ti sorprendere se poi qualcuno ti fa le pulci on line e scopre che non hai mai pubblicato un’offerta, che non strapaghi ma paghi il minimo, che il minimo è correlato all’esperienza e che poi l’esperienza non è così importante e resta solo la paga minima e concludi in bellezza con la frase “ringrazia che ti do un lavoro”. Ecco, a queste persone vorrei ricordare che esiste, tra le altre fonti, Glassdoor su cui chi legge il tuo articolo può informarsi su tante cosine che ti riguardano. Gli smargiassi sono quindi out.

Usciamo anche dal loop delle autodichiarazioni che altro non servono se non ad offuscare il giudizio critico, fatto di domande, e a limitare la ricerca di risposte:

  • Non trovo personale perché… c’è il Reddito di Cittadinanza;
  • Non trovo personale perché… i giovani sono choosey. Una pessima uscita dell’ex ministra Fornero;
  • Non trovo personale perché… non ci sono tecnici (operai, impiegati, camerieri, ecc);
  • Non trovo personale perché… varie ed eventuali;

Indagando bene, analizzando queste affermazioni, approfondendo gli argomenti si arriva spesso a capire che nascono da un “sentito dire” o da un’unica esperienza diretta, che molto hanno a che vedere con le opinioni e ben poco con i dati. Vediamole.

Non trovo personale perché… c’è il Reddito di Cittadinanza: il fatto che non si trovi personale perché tutti stanno sul divano a prendere il Reddito di Cittadinanza è una scusa che regge poco. Cinque anni fa il problema principale delle aziende in cui facevo consulenza era, indovina un po’, la carenza di personale. Ma posso dire di più, circa dieci anni fa ero HR Manager in un’azienda metalmeccanica e il problema principale era …che non si trovavano persone, non solo i saldatori specializzati, figure impossibili da trovare sul mercato e per assumerne uno bravo lo devi strappare alla concorrenza con mesi di corteggiamento e lusinghe, ma era difficile trovare anche altre figure più “comuni”. Voglio rilanciare, vent’anni fa ero responsabile selezione e reclutamento per il Nord Est (Friuli, Veneto, Trentino e metà Emilia… quanti chilometri in macchina) con gradi e dimensioni diverse trovare personale per le aziende clienti non era affatto facile. Ora so che qualcuno sta pensando che i tempi sono cambiati e che il mercato del lavoro è cambiato di conseguenza. Avete ragione, non si può dire che le condizioni fossero le stesse di oggi. Avete pure ragione se pensate che la situazione si è fatta molto più complessa, ma avete torto se date la colpa a questa misura. Se il RdC dovesse finire domani non ci sarebbe alcun impatto positivo sull’incontro domanda e offerta o sarebbe così insignificante che passerebbe inosservato.

Non trovo personale perché… i giovani sono svogliati: peccato, pure questa scusa non trova concretezza. E’ facile cadere nella banalizzazione dell’analisi sociale e spiegarla come il mio calzolaio che, da extracomunitario, mi disse “Voi italiani non avete fame, per quello non andrete da nessuna parte. Da dove vengo io abbiamo fatto una rivoluzione per un piatto di minestra e abbiamo vinto. Qui c’è sempre una nonna con la pensione e la minestra non manca mai… e neppure l’arrosto”. Lasciamo stare il mio calzolaio e guardiamo invece i dati: il tasso di disoccupazione giovanile a dicembre 2021 scende in Italia al 26,8% tra i giovani 15-24 anni (-0,7 punti), rispetto al mese precedente (fonte Google). Ok, è un dato che si riferisce ad un breve periodo però è un dato e non un’opinione, ed è altrettanto vero che il 26 e fischia percento è comunque tanto rispetto alla media del 9% complessivo ma le spiegazioni possono essere altre. Senza la pretesa di scrivere un manuale di economia del lavoro possiamo semplicemente dire che i giovani d’oggi sanno cosa vogliono e non si accontentano della prima proposta? Possiamo dire che hanno capito che la vita non è il lavoro, come hanno fatto credere a noi, e che la realizzazione di se stessi arriva anche da altro? Può essere che sia colpa della great resignation (a cui sinceramente credo molto poco)? Possiamo dire che non ricevono proposte serie? Possiamo dire che spesso non trovano spazio di confronto e di espressione del famoso talento perché “che ne sai tu che hai ancora la bocca sporca di latte”? Possiamo, eccome se possiamo. Quello che non possiamo fare è biasimarli perché non accettano le stesse condizioni che abbiamo accettato noi quando abbiamo iniziato a lavorare.

Non trovo personale perché… non ci sono tecnici: sostituite la parola tecnici con camerieri o quello che vi pare e il risultato non cambierà. E’ però vero che molte aziende e molti ristoranti soffrono la mancanza di personale, praticamente in tutti i settori si soffre la mancanza di manodopera ma è altrettanto vero che per ogni azienda o ristorante che si lamenta per la mancanza di personale ve ne sono altrettanti che non hanno questi problemi. Come mai? Perché non è vero che non ci sono tecnici o camerieri, è che lavorano per gli altri. Da anni registriamo un trend costante: la diminuzione della popolazione giovane e l’aumento di quella meno giovane. Se ragioniamo per assurdo e manteniamo costante il numero di aziende, logica (spicciola) vuole che con la diminuzione della popolazione dei potenziali dipendenti, farò più fatica a trovare personale.

Non trovo personale perché… le altre spiegazioni: cercare qualcuno da incolpare e crocifiggere non risolverà il problema, discutere del problema porterà ad affrontare il problema e a proporre soluzioni. Qui di seguito propongo alcune considerazioni che non vogliono essere soluzioni, perché pensare di avere la verità in tasca non solo sarebbe borioso ma violerebbe uno dei principi della teoria della complessità che vuole che un problema complesso non possa avere soluzioni semplici. Quest’ultima considerazione si riferisce a tutti i “non trovo personale perché…” che ho elencato precedentemente. Sono soluzioni semplici, appetibili per il nostro cervello ma di fatto non prendono un considerazione alcuni aspetti fondamentali del mondo del lavoro.

Non trovo personale perché… la motivazione arriva dai numeri e fa il paio con quello che abbiamo detto in precedente: in molte parti d’Italia non c’è una vera disoccupazione. La percentuale di disoccupati è talmente vicina a quella fisiologica che l’incontro domanda e offerta si gioca su qualche decimale. Oltre a questo sussiste un macro trend della popolazione di cui parlavamo prima: la popolazione invecchia e i giovani sono sempre di meno. Non trovo personale perché lavorano già per qualcun altro. In molte zone d’Italia, che sono quelle che più di altre lamentano la mancanza di personale, il personale proprio non c’è. Questo cambia le dinamiche del mercato del lavoro, mentre ieri erano i dipendenti che contattavano le aziende per avere un lavoro oggi sono le aziende che contattano i dipendenti (degli altri) per avere lavoratori.

E allora perché non trovo personale? Paradossalmente questa domanda è l’incipit del ragionamento logico deduttivo che ci porta alla soluzione vera. Il nostro cervello cerca le spiegazioni più facili, quelle più semplici da capire, quelle che spesso ingannano il cervello stesso. E’ più facile dare una spiegazione che porsi una domanda. E’ più facile generare un’opinione completando informazioni che mi mancano con dati che non ho che analizzare razionalmente i dati stessi. Sono i bias di ragionamento che spesso ci portano su strade sbagliate, il fatto è che rispondere con un’opinione priva di fondamenta impedisce a cercare le vere cause del problema. Un’opinione che diventa la narrazione del “non trovo personale perché…” impedisce di trovare il motivo per cui questa cosa accade e quindi di risolvere il problema reale.

Continuando con questa narrazione non andremo mai da nessuna parte, va proprio cambiata la modalità a cui ci si approccia alla soluzione e cambiando la forma della narrazione stessa in domanda: da “non trovo personale perché…” a “perché non trovo personale?”. Sembra banale ma in questo modo cambiamo prospettiva: da fattore esterno incontrollabile a fattore interno di cui ho la responsabilità. Quindi, perché non trovo personale? Beh la prima risposta è una domanda, anzi una serie di domande introspettive:

  • cosa faccio per essere attrattivo?
  • li pago abbastanza?
  • per quale motivo se ne vanno?
  • quali sono le proposte in fase di colloquio che non vengono accettate?
  • cosa chiede il candidato?
  • eccetera;

Siccome non è vero che non ci sono persone ma ci sono e lavorano da un’altra parte, attuiamo un’azione di analisi dei competitor:

  • come si posizionano all’interno del mercato del lavoro?
  • cosa offrono in più o di diverso rispetto alla tua offerta?
  • come si approcciano al mercato del lavoro?
  • eccetera;

ma soprattutto, cosa ti rende unico rispetto ai tuoi competitor?

Domande che in pochi si pongono, soprattutto l’ultima, ma che sono fondamentali. Personalmente uso sempre un paragone: l’incontro domanda-offerta è molto simile al percorso che porta al matrimonio.

  • individuazione dell’altro;
  • osservazione;
  • colloquio;
  • valutazione: non mi piace quindi non voglio più rivederlo / mi piace quindi ci esco ancora;
  • secondo appuntamento;
  • matrimonio;

Una relazione affettiva duratura si basa sempre su alcuni fattori fondamentali tra i quali troviamo principalmente la condivisione dei valori e la condivisione di un progetto che fa felici entrambi. Alla domanda fondamentale “perché non trovo personale?” rispondo con le domande:

  • quali sono i tuoi valori?
  • li esprimi?
  • come li esprimi?
  • su quale canale comunicativo?
  • è il canale comunicativo privilegiato dal tuo target?
  • eccetera;

Banalità? Non credo proprio. Anzi, sono domande che necessitano di una risposta che non può farsi attendere né può essere data a caso. Non importa che sia una grande azienda o una PMI, non si può più aspettare. Fortunatamente ci sono percorsi che possono aiutarti a migliorare davvero non solo l’approccio a questa ed altre questioni che riguardano il personale ma soprattutto a dare una vera svolta alla gestione delle persone per non cadere più nella trappola del “non trovo personale perché…”.

Qualche considerazione in più la potete trovare in questo servizio andato in onda sul TG3 dove spiego quello che sta accadendo veramente al mercato del lavoro.

Piero Vigutto

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2 Recent Comments

  • Cristian
    13 Giugno 2022

    Sacrosante verità. Articolo molto intetessante che finalmente mette fine alla spocchia di incapaci imprenditori che per la selezione del personale, ancora oggi continuano ad affidarsi “ammiocuggino”!

    Reply
    • Piero
      24 Giugno 2022

      Grazie per l’apprezzamento Cristian, affidarsi ai professionisti è per ogni cosa è la regola aurea per il successo. Improvvisare o trovare scuse per gli insuccessi è la regola aurea per il fallimento.

      Reply

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