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50 e non sentirli

Un mondo in velocità che cambia perennemente, sconvolge le aziende ma prepara il terreno per viaggi inaspettati e occasioni da cogliere. Lo stesso capita alle persone come Monica Grana.
Monica nel 2009 aveva un ottimo lavoro come libera professionista che la assorbiva ben oltre alle 8 ore giornaliere e due figli adolescenti. Il tempo è un bene prezioso e quella vita frenetica e veloce era diventata una trappola per Monica che decide di ricollocarsi. Chiude la partita iva e si mette alla ricerca di un lavoro. Il momento storico non era dei migliori tant’è che per un anno e mezzo vivendo una condizione che prima non conosceva, quella della disoccupata.
“E’ stato frustrante, non lo nego, cercare lavoro alle soglie dei 50 anni non è stato facile. La prima penalizzazione è quella di genere la seconda quella relativa all’età. Volevo solo un lavoro che mi garantisse un orario decente per poter stare con i miei figli, pensai che non sarebbe stato tanto difficile visita la professionalità e le competenze accumulate in tanti anni ma non avevo fatto i conti con il resto del mondo che era crollato sotto la valanga finanziaria ingenerata dalla finanza creativa dei mutui subprime”. Per un anno e mezzo Monica cerca lavoro senza ricevere alcuna proposta nonostante avesse compiuto tutte le azioni più classiche: si recava più volte a settimana nelle agenzie per l’impiego che spesso le chiedevano una candidatura on line, o nei centri per l’impiego che non le davano alcuna risposta, spargeva la voce usando la rete amicale, inoltrava CV cartacei via posta o li consegnava a mano. Niente, nessuna risposta. Iniziò a fare formazione, frequentando corsi molti dei quali gratuiti e on line perché “se non ti tieni attiva le competenze diventano velocemente obsolete e poi rischi di cadere in quel torpore che si innesca quando sei fuori dal mondo del lavoro e fatichi a rientrarci”. Monica abbassa le aspettative in termini di guadagni e carriera. Arrivano le prime proposte che accetta, anche se sono di qualche mese, anche se la posizione richiede capacità ed esperienza di gran lunga inferiore a quella che Monica possiede o può esprimere. La svolta importante è stata quando nel 2012 ha iniziato a lavorare per un’università americana che collaborava con l’Alma Mater di Bologna assunta per gestire programma studenti americani. Un’esperienza bellissima durata due anni, quando è stata sostituita da uno studente americano che si era distinto particolarmente. Così, volente o nolente si è dovuta rimettere in gioco per cercare un altro lavoro. E’ stato in quel periodo che ha realizzato che rispondere agli annunci non serviva, era come parlare ai sordi: impossibile farsi sentire. Ma in quel periodo impara anche un’altra cosa: “Non bisogna mai abbattersi quando si cerca lavoro, perché se ti lasci prendere da quel vortice negativo è finita. Anche il giorno che ti capita di fare il colloquio ci vai con addosso la negatività che ti porti dietro e chi ti parla la sente. Bisogna sforzarsi di mantenersi attivi, sempre”. Così Monica ha continuato a studiare e ad aggiornarsi e impara il tedesco, la quarta lingua per lei, e fa corsi di contabilità, una materia quasi sconosciuta. Nel frattempo da Bologna si trasferisce a Milano. In quegli anni linkedin iniziava ad essere percepito come uno strumento adatto alla ricerca di lavoro. Monica aveva già provato tutte le altre strade, perché non provare anche quella del social network? Si iscrisse senza saperlo usarlo bene, iniziò a leggere i post, gli articoli e a contattare persone, in breve tempo la rete virtuale diventò reale. Facendo networking capisce che le opportunità non le puoi aspettare ma le devi cercare, comprende anche che l’opportunità più grande arriva dalla rete e tramite questa trova lavoro come assistente di direzione per la AD di una grossa casa automobilistica con cui nasce subito una grande empatia. In breve la manager le riconosce le capacità che ha sempre dimostrato e via via le offre la possibilità di lavorare in autonomia, seguire fornitori, organizzare eventi sempre assolvendo ai suoi impegni di segretaria di direzione. Entra nella community di secretary.it e inizia a frequentare gli incontri e anche in questo caso la rete si rivela fondamentale. Dopo qualche contratto di breve respiro ora lavora a tempo indeterminato provando ogni giorno piacere per quello che fa.

Qual è il senso più profondo della tua esperienza?
“Da ogni parte si sente dire che bisogna essere preparati al cambiamento: mi piacerebbe che dalla mia esperienza passasse il messaggio che bisogna farlo ritrovando la voglia di imparare altro, con l’umiltà di essere ancora principianti in qualcosa, scrollarsi di dosso, soprattutto mentalmente quelle etichette “io sono, io ho fatto” e mettersi nell’ottica di guardare al futuro e chiedersi “cosa posso fare per… arricchire le mie conoscenze” in campi anche diversi. Mai avere un atteggiamento stanco perché non si va da nessuna parte”. Conclude Monica “Bisogna essere preparati al cambiamento, del resto il lavoro è come lo sport: bisogna continuare ad allenarsi perché se ti fermi sei finito”.

Piero Vigutto

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