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Ottimizzazione: il paradosso del corteggiatore

Ottimizzazione dei processi di gestione del personale, un argomento di cui sento parlare da sempre, quando poi mi faccio raccontare di cosa si tratta davvero capisco che ottimizzazione viene spesso usato per descrivere un processo con un tasso di fallibilità altissimo non per cattiveria ma perché non si tiene conto di un aspetto davvero importante. Riflettendo in merito all’ottimizzazione di processo di gestione mi è venuta in mente una storia vera che risale al periodo in cui frequentavo il liceo. Ora, essendo diversamente giovane questo accadeva alcune decadi orsono, ma la metafora è comunque valida.

Una storia di ottimizzazione di processo

Quando ero ragazzino, non avevo più di 17 anni, suonavo la chitarra elettrica in un complesso musicale. Niente di che, nonostante i capelli lunghi e i boccoli non pensavo che sarei diventato il novello Jim Morrison, la musica era ed è ancora un sano sistema di aggregazione. Chiunque abbia suonato in un complesso, anche senza tenere mai un concerto (come il mio gruppo), sa benissimo che è un’attività assai attrattiva per l’altro genere e infatti un ragazzo che conoscevo, virtuoso della tastiera, con la sua arte era riuscito a conquistare il cuore di una delle ragazze più belle del liceo.

Musica fa rima con romanticismo e il virtuoso tastierista, che per inciso era davvero bravo e piuttosto intonato, aveva dedicato alla gentil donzella una canzone da lui composta per decantare il suo amore adolescenziale. La ragazza rimase estasiata e lui ebbe tutta la nostra invidia. Siccome tanto fu il successo anche tra le di lei amiche, ci improvvisammo tutti compositori con risultati scadenti e tendenti al pietoso.

Si sa che a quell’età l’amore è piuttosto volubile e spesso dura talmente poco da lasciare in età adulta un ricordo confuso e spesso neppure quello. Fu così che in capo a qualche mese la ragazza lasciò il suo Romeo per fidanzarsi un energumeno poco incline alle arti e ben più esperto nel condurre il trattore. Il musicista dal cuore infranto se ne fece ben presto una ragione e ricominciò a volgere il suo sguardo verso le altre sue fan. Fu qui che l’arte lasciò il posto all’ottimizzazione che per un periodo fin troppo lungo gli fruttò un grande successo: siccome l’aver composto una canzone gli era valso l’amore di una giovincella, perché non ottimizzare il processo e dedicare una canzone anche alle nuove fiamme? Così il Dongiovanni canterino si era guadagnato sempre più maledizioni da parte nostra e un grande successo con le ragazze del circondario.

Com'è finita

Bravo, non potevamo ammetterlo ma lo pensavamo tutti. Tuttavia l’ottimizzazione del processo di conquista musicale era stato fatto in maniera grossolana e ben presto si scoprì che la prima ed unica canzone che aveva composto era stata utilizzata per conquistare anche tutte le altre, era stato sufficiente cambiare all’interno del testo il nome dell’amata. L’ottimizzazione era perfetta, minima spesa e massima resa ma come sempre nulla resta segreto e soprattutto impunito. La voce si diffuse e ben presto il pianista usignolo si trovò di nuovo single e senza fan.

La morale

A volte accade, soprattutto in azienda, che l’ottimizzazione prenda il posto del sentimento. Tutto molto normale, ottimizzare i processi e ridurre i costi è un’attività costante per un’impresa senza la quale non potrebbe vivere. Se però lavoriamo con le persone, il rischio è quello di perdere di vista il vero focus ovvero …le persone. Un’analisi interna può seguire un criterio di ottimizzazione, così come la gestione delle buste paga. Qualunque tipo di intervento mirato o diretto che riguardi LA persona non può prescindere da una componente di interesse PER la persona. Pensiamo ad una valutazione della performance a cui segue una restituzione individuale, potrebbe benissimo essere effettuata sulla base di criteri di ottimizzazione ma sarebbe disastroso se non intervenisse anche un criterio che tiene conto del potenziale, un fattore del tutto individuale.

Lo stesso si dica per un piano di carriera o un sistema premiante o anche di welfare, se non si tengono presenti le necessità individuali l’ottimizzazione servirà solo a rendere uniforme l’azione che verrà percepita dalla popolazione aziendale come inutile e verrà ostacolata o rifiutata e questo impatterà negativamente sul clima, sulla retention e sull’attraction del personale. Facciamoci caso, facciamo attenzione: se vuoi far sentire speciale una persona non basta dedicargli una canzone, deve essere la sua canzone. Il rischio di cadere nel paradosso del corteggiatore è altissima, in quel caso potrete suonare tutte le melodie che decantano pubblicamente il vostro amore per gli altri, nessuno vi crederà e rimarrete senza fan.

Piero Vigutto
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