HR digital purpose - HR le nuove frontiere. Recensione di Piero Vigutto.

Anno: 2020

Autore: Umberto Frigelli

Casa editrice: Franco Angeli

Un’opera collettiva, felice espressione della capacità dell’Italia di fare sintesi tra pensiero accademico e pratiche concrete. Curata da Umberto Frigelli, figura di riferimento per l’AIDP e docente all’Università Cattolica, questa raccolta offre un’istantanea attuale e visionaria della funzione risorse umane nel contesto post-Covid e digitale. Il volume, che riunisce contributi di autori come Isabella Covili Faggioli, Severino Salvemini, Luca Solari e molti altri, articola un manifesto per il futuro dell’HR: un percorso che accompagna il lettore dalla prefazione a una panoramica estesa sulle nuove priorità della funzione HR, attraversando temi come purpose, welfare, diversità, smart working, analytics, sostenibilità, active ageing, relazioni industriali e mobilità globale, in un’ottica sistemica e interfunzionale.

Il cuore del libro ruota attorno alla provocazione: la funzione HR non può limitarsi alla gestione operativa del personale, ma deve trasformarsi in un partner strategico, capace di dialogare con il board e di anticipare trend che incideranno sul lavoro e sulla società. Questa evoluzione richiede un profilo a “T”: una base ampia di competenze multidisciplinari e una punta di visione nelle aree più complesse, come l’analisi dei big data, l’intelligenza artificiale, la diversity e il purpose .

Frigelli apre proponendo una visione integrata, capace di tenere insieme pratiche consolidate e nuove prospettive. I successivi contributi definiscono tappe precise: dalla cultura del purpose inteso non come slogan, ma come scrittura di senso condiviso che nasce dal basso, al welfare aziendale inteso come leva di total reward e innovazione sociale; dallo smart working al diversity management, fino all’introduzione sistematica dell’AI, dei Big Data e degli analytics nei processi HR, con un invito a trasformare la decisione da intuitiva a data-driven.

Tra i passaggi più interessanti emerge quello dedicato alla sostenibilità, delineata come criterio fondativo per la credibilità del brand e per l’attrattività futura delle organizzazioni. È un tema che collega l’HR alle questioni sociali e ambientali, proponendo un’azione responsabile e lungimirante . Analogamente, l’attenzione all’active ageing mostra che si tratta di un fenomeno demografico, ma anche di sfida culturale, che richiede strategie su misura per valorizzare e integrare competenze across generations.

Il testo non manca di gestire anche la dimensione operativa: si parla di Global Mobility, con la complessità legata alla mobilità internazionale dei manager; della necessità di strutturare il Performance Management in modo più dinamico e separato dalle politiche retributive; del rafforzamento delle relazioni industriali in un clima complesso come quello attuale. Insomma, c’è una forte attenzione all’interazione tra strategia e pratica .

Una delle scelte più apprezzabili è l’approccio multidisciplinare: il lettore non resta intrappolato in una visione HR puramente amministrativa, ma compie un viaggio tra dimensioni psicologico-culturali, tecnologiche, organizzative e sociali. Tuttavia, questa ricchezza di prospettive può rendere la lettura disomogenea: alcuni capitoli risultano più operativi, altri più teorici. Ma proprio questa varietà riflette la complessità della funzione HR oggi.

In conclusione, “HR le nuove frontiere” si afferma come una lettura obbligatoria per chi opera nella gestione delle persone, per manager, HR strategist, consulenti e chiunque desideri comprendere come prepararsi ai cambiamenti in atto. È un libro che vibra di sfide future, ma radicate nel presente. Paga la complessità del tema con una visione articolata e concreta, restituendo al ruolo HR una missione ampliata: da amministrativo a innovatore, da custode a catalizzatore del cambiamento.

Il libro potete trovarlo qui.