Qui di seguito troverete alcune letture che mi sono piaciute o mi hanno particolarmente ispirato* e che voglio condividere con te che stai leggendo. Il progetto 30 giorni 1 libro nasce dal desiderio di dedicare quotidianamente il giusto tempo ad aprire la mente ad altre idee, ad altri autori, ad altre prospettive, una condizione indispensabile per chi vuole rimanere al passo con i tempi. Se pensi di non avere tempo, rifletti sul fatto che basta leggere 20 pagine al giorno, significa un investimento di circa 30 minuti, e alla fine di un anno avrai letto 7300 pagine che corrispondono a circa 12 libri di 350 pagine circa. 30 giorni 1 libro è un progetto a cui puoi partecipare anche tu. Condividi sui social la foto della copertina e una piccola recensione concludendo con #30giorni1libro. Diffondiamo la cultura del sapere, ne beneficeremo tutti.

*Nota: non percepisco denaro per la segnalazione di questi testi e la recensione pubblicata è frutto della mia personale opinione.

Il nostro futuro. Come affrontare il mondo dei prossimi vent'anni

Anno: 2017

Autore: Alec Ross

Casa editrice: Universale Economica

Non è un libro di fantascienza, ma una bussola lucida che ci guida lungo il cammino tracciato dall’innovazione, dalla biotecnologia alla sicurezza informatica, dall’economia globale ai profondi cambiamenti sociali. Ross, nominato nel Dipartimento di Stato degli Stati Uniti come senior advisor all’innovazione e autore di successo, fonda le sue riflessioni su dati e testimonianze raccolte durante viaggi e ricerche in oltre quaranta Paesi, portando a casa non soltanto cifre, ma la sostanza di un futuro già in atto.

Il volume si apre con un invito: non restare spettatori dell’innovazione, ma diventarne protagonisti consapevoli. Ross preferisce parlare di futuro come di un presente dilatato, in cui i cambiamenti, dalla genomica alla robotica, già sono realtà operative. I capitoli dedicati al codice genetico, alla cyber sicurezza e ai Big Data non restano confinati a termini tecnici ma sono arricchiti da esempi pratici: ricerche genetiche che promettono cure personalizzate, robot domestici in Giappone al servizio degli anziani, startup in Kenya rivoluzionarie nel fintech.

L’approccio di Ross è globale e ottimista, perché crede che superare le disuguaglianze e promuovere l’innovazione significhi davvero costruire una società più umana. Non è cieco di fronte ai rischi, come il controllo della privacy, i virus digitali o la concentrazione del potere tecnologico, ma nega il panico e offre strumenti informati, invitando a studiare, a investire e a pensare oltre i vecchi modelli economici. La visione italiana non manca, con osservazioni puntuali su come ridurre la burocrazia o valorizzare talenti e competenze giovanili nel nostro sistema produttivo .

Lo stile narrativo è efficacemente “giornalistico”. Ross intreccia dati e storie, esperienze personali con casi concreti, risultando al tempo stesso rigoroso e coinvolgente. Non c’è alcuna retorica futuribile, ogni affermazione è misurata, ogni scenario è costruito su evidenze. Questo approccio convince anche chi non mastica di economia globale o innovazione, perché rende visibile e comprensibile ciò che il futuro già mostra oggi.

In alcuni casi il libro sembra una panoramica più che una mappa approfondita e chi cerca soluzioni operative potrebbe restare con domande più che risposte. Tuttavia, proprio questa pluralità costituisce il suo pregio: il testo non propone ricette snelle, ma un sistema di pensiero per comprendere, interrogare e partecipare a un futuro ormai presente.

È un libro da leggere con spirito attivo, pronto a mettere in discussione pregiudizi e timori, e a fornire gli strumenti per agire con occhi aperti. Ad ogni pagina si percepisce la volontà dell’autore di forgiare un’impalcatura di conoscenze e riflessioni, affinché ognuno possa orientarsi in un mondo di robotica, genetica, cybersicurezza e Big Data.

Il libro potete trovarlo qui.


Novelle artigiane

Anno: 2015

Autore: Alec Ross

Casa editrice: Marsilio

“Novelle Artigiane” di Vincenzo Moretti si propone come un viaggio nella dignità del lavoro svolto con cura, passione e integrità. Con 208 pagine suddivise in tre racconti principali – “L’uomo che aggiustava le cose”, “Il sogno di Sofia” e “Le miniature di Luigino” – Moretti fonde narrativa, riflessione sociale e arte popolare per offrire un manifesto concreto del “lavoro ben fatto”.

Fin dalle prime pagine si percepisce la sapiente commistione tra sociologia e storytelling: il rigore intellettuale e la capacità narrativa convivono in equilibrio, rivelando la versatilità dell’autore, che da sociologo diventa cantore di storie autentiche e d’animo . Colpisce subito la varietà di personaggi: si incontrano artigiani, donne in cerca di un nuovo percorso, bambini animati dalla curiosità. Dietro di loro si percepiscono valori profondi: passione per la manualità, cura dei dettagli, resilienza di fronte alle difficoltà quotidiane.

Nel primo racconto, “L’uomo che aggiustava le cose”, emerge un richiamo ancestrale al lavoro manuale: riparare, restaurare e dare nuova vita a oggetti che sembrano persi nel tempo. Tale figura incarna il valore dell’attenzione, della qualità e del rispetto per la materia e la fatica. È una sorta di “eroe silenzioso”, la cui nobiltà risiede nella semplicità delle sue azioni, nel tempo impiegato con dedizione e nella bellezza ritrovata nelle creazioni riparate.

Nel secondo racconto, “Il sogno di Sofia”, la protagonista si confronta con una svolta esistenziale: lascia un’impresa sicura per seguire una vocazione, quel richiamo a fare bene le cose che nessuno le può togliere. È un itinerario di scoperta e di coraggio, dove il tornare a dedicarsi a un mestiere antico fa riscoprire un piacere profondo e liberatorio anche nel ritmo faticoso del fare quotidiano .

La terza novella, “Le miniature di Luigino”, immerge il lettore in un racconto quasi fiabesco, dove un bambino trasforma la sua sensibilità artistica in gesto concreto: costruire mondi in miniatura, con precisione e immaginazione. Il contrasto tra dimensioni reali e sognate comunica un messaggio potente: la creatività – anche nella forma più minuta – modifica la percezione del valore e della bellezza del lavoro ben fatto.

Un tratto distintivo del libro è la leggerezza con cui Moretti costruisce un’atmosfera intima e universale allo stesso tempo: la Napoli descritta diviene simbolo di un equilibrio tra quotidianità e storia artigianale. La voce narrante si rivolge al lettore con coinvolgimento, senza rinunciare alla riflessività. Il risultato è un’opera «da vivere, non da leggere», come testimoniano le passione espresse dalle recensioni online .

Gli estimatori del volume ne chiamano in causa la dimensione spirituale: leggendo si ha l’impressione di nutrire l’anima, di ritornare a un rapporto autentico con il lavoro, le persone e lo spazio intorno. Valori come la fiducia, la solidarietà e la bellezza artigiana emergono con intensità, rivelando che “fare bene” non è solo una scelta personale, ma un atto politico, civile e trasformativo .

Il tono però non è privo di sfumature. Le novelle contengono anche tensioni, dubbi, momenti di smarrimento – soprattutto nel percorso di Sofia e Luigino – per ricordarci che il lavoro è fatica, cambiamento, crescita. Non un percorso lineare, ma una sfida continua a essere fedeli a se stessi e a ciò che si ama.

In sintesi, “Novelle Artigiane” è un’opera che mette in scena il valore della manualità, della cura e della comunità. Non è solo un libro di narrativa, ma un testo di riflessione sulla modernità e sulla necessità di ritrovare un contatto intimo con il fare. È una lettura consigliata a chi desidera ritrovare senso nel proprio lavoro, liberarsi dalla logica dell’efficienza a tutti i costi e riscoprire il piacere della bellezza costruita a mano.

Il libro potete trovarlo qui.


Mediocrazia

Anno: 2017

Autore: Alain Deneault

Casa editrice: Neri Pozza

Alain Deneault, filosofo e docente canadese, si presenta come un’analisi aggressiva e coraggiosa del potere dei mediocri nelle nostre società. Scritto con rigore filosofico ma anche con toni divulgativi, il saggio prende le mosse da un’osservazione lancinante: «i mediocri hanno preso il potere», non con un colpo di stato, ma attraverso un lento assedio culturale, economico e politico ilfoglietto.it+15ibs.it+15lafeltrinelli.it+15donboscoland.it+4psicopolis.com+4wired.it+4.

Il concetto chiave del libro è la “mediocrazia”, ovvero un regime dominato da individui la cui principale qualità è la capacità di seguire processi e modelli standardizzati anziché eccellere nel merito. La mediocrazia, spiega Deneault, affonda le radici nell’industrializzazione del lavoro: mestieri trasformati in “funzioni”, know-how sostituito da esecuzione meccanica, competenza ridotta a conformità a procedure e protocolli . L’autore parla di una sorta di “religione d’impresa” che organizza ogni gesto secondo regole predefinite e, al contempo, erode ogni possibilità di creatività e pensiero critico donboscoland.it+4psicopolis.com+4ilfoglietto.it+4.

La forza argomentativa di Deneault si esprime anche attraverso l’analisi critica rivolta a settori tipicamente reputati prestigiosi: l’università, ad esempio, è descritta come una fabbrica di cervelli al servizio del mercato e dei finanziatori, dove l’eccellenza viene sacrificata sull’altare del maggior numero di pubblicazioni e della produzione standardizzata ibs.it+15angelomincuzzi.blog.ilsole24ore.com+15amazon.it+15. Il mondo politico, invece, si è snaturato nel nome di un “giusto centro” che si è fatto sinonimo di mediocrità impeccabile e di assenza di idealità reali .

Al centro della riflessione, inoltre, c’è il ruolo degli “esperti” come figure emblematiche della mediocrazia moderna: soggetti che legittimano decisioni già prese, consolidando il potere dei vertici senza introdurre contenuti originali né argomentazioni autonome . Essi rappresentano l’anello di congiunzione tra comando e conformismo, promotori di una cultura fatta di formati già codificati e mai messi in discussione .

Non manca un’analisi amara sulla “corporate religion”: un sistema che ingloba ogni ambito, dalla politica all’economia, trasfigurando la partecipazione sociale in adesione a valori tecnocratici, a formule linguistiche preconfezionate, a un entusiasmo artificiale e performativo lafeltrinelli.it+1psicopolis.com+1. Il risultato? La riduzione dell’essere umano a un esecutore in serie, capace di “girare una procedura”, salutare nel modo giusto e ripetere slogan aziendali senza alcuna intensità personale .

Malgrado la durezza dei toni, “Mediocrazia” non è solo uno sfogo: Deneault indica anche un antidoto possibile, il pensiero critico. Nel libro emerge la volontà di liberarsi dal regime della mediocrità attraverso piccoli atti quotidiani di resistenza: pensare con autonomia, dire “no” ai compromessi identitari, rifiutare posizioni che annacquano la propria integrità centrostudiperlapace.it+13amazon.it+13angelomincuzzi.blog.ilsole24ore.com+13. Si tratta di riportare valore alle differenze, alla creatività, alla tensione verso il meglio, al di fuori delle logiche passive e omologanti della mediocrazia .

Certamente questo saggio non è privo di difetti: lo stile può risultare a tratti ripetitivo, i toni talora eccessivamente provocatori, e la visione, fortemente critica, non dimentica un certo pessimismo nei confronti della possibilità di un cambiamento immediato. Tuttavia, la densità argomentativa e la radicalità dell’analisi lo rendono un testo fondamentale per comprendere molte derive contemporanee – dall’aziendalizzazione della politica alla riduzione delle professioni a funzioni precostituite.

In conclusione, “Mediocrazia” di Alain Deneault è un’opera che squarcia la coltre del conformismo culturale e mette sotto accusa il dominio della mediocrità tecnica, esecutiva e burocratica. È un monito verso il risveglio del pensiero critico, un appello a restituire senso al merito, all’arte, all’humanitas. Un libro scomodo, sfidante e necessario per chi vuole ricostruire una visione più libera e autentica dell’agire umano.

Il libro potete trovarlo qui.


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