Qui di seguito troverete alcune letture che mi sono piaciute o mi hanno particolarmente ispirato* e che voglio condividere con te che stai leggendo. Il progetto 30 giorni 1 libro nasce dal desiderio di dedicare quotidianamente il giusto tempo ad aprire la mente ad altre idee, ad altri autori, ad altre prospettive, una condizione indispensabile per chi vuole rimanere al passo con i tempi. Se pensi di non avere tempo, rifletti sul fatto che basta leggere 20 pagine al giorno, significa un investimento di circa 30 minuti, e alla fine di un anno avrai letto 7300 pagine che corrispondono a circa 12 libri di 350 pagine circa. 30 giorni 1 libro è un progetto a cui puoi partecipare anche tu. Condividi sui social la foto della copertina e una piccola recensione concludendo con #30giorni1libro. Diffondiamo la cultura del sapere, ne beneficeremo tutti.

*Nota: non percepisco denaro per la segnalazione di questi testi e la recensione pubblicata è frutto della mia personale opinione.

Università e puttane. La storia del libro che non c’era ma che tutti volevano leggere.

Anno: 2017

Autore: Matteo Fini

Casa editrice: Priuli & Verlucca

è più di un libro: è una testimonianza corrosiva e irriverente sull’università italiana, raccontata direttamente da chi l’ha vissuta dall’interno. Autore, dottorando e docente presso l’Università di Milano per oltre un decennio, Fini sceglie un titolo provocatorio per scuotere il torpore accademico e ribadire che dietro a un’apparente rispettabilità si nasconde un sistema logorato da favoritismi, clientele e, nelle parole di qualcuno, persino prostituzione professionale.
Sin dalle prime pagine emerge una scrittura agile e spiazzante, che alterna ironia e amarezza. I lettori apprezzano proprio questo equilibrio: “leggero e divertente, nonostante la gravità dei temi trattati” . Lo stile scorrevole fa emergere contraddizioni, paradossi e assurdità di un ambiente che di accademico ha sempre meno, ma di potere esercitato in modo opaco ha sempre di più.
Il libro è costruito intorno a episodi veri o verosimili: concorsi banditi “su misura per far vincere un candidato già scelto”, spreco di fondi di ricerca, pubblicazioni di cartapesta realizzate da mezze-case editrici complici… Un mix tra diario e saggio in presa diretta, che punta il dito non solo contro chi favorisce, ma anche contro chi si adatta a un meccanismo malato .
Un punto di forza è la conoscenza diretta: Fini racconta da dentro. Questa testimonianza è resa ancora più potente dal «monologo teatrale» che lo ha reso noto e che, per la prima volta, ha portato in pubblico un libro che ancora non esisteva . Questo percorso è un esempio di storytelling che non segue logiche editoriali tradizionali ma cavalca l’urgenza della denuncia e dell’inatteso.
Tra le testimonianze di chi ha letto il libro, spicca il parere di un dottore di ricerca: “con chiarezza e velata ironia descrive l’inutile esamificio e concorsificio che è l’università italiana”. Oppure l’osservazione che, pur affrontando argomenti pesanti, lo fa “in modo leggero e scherzandoci sopra” . Questo tono evita di trasformare l’opera in un pamphlet aggressivo e la mantiene fruibile e portatrice di condivisione ampia.
Il libro non risparmia nessuno: docenti, commissioni, case editrici e – in qualche passaggio forse – l’autore stesso, accusato da un recensore di essersi portato a casa una posizione da “ben disposto al sistema” prima di denunciare. È un meta-paradosso che non viene ignorato, ma messo in luce proprio per stimolare una riflessione profonda sulle responsabilità individuali e collettive .
Le pagine scorrono in un racconto configurato come rassegna di vizi accademici: concorso truccati, missioni vacanza massage, pubblicazioni fittizie, prodotti editoriali privi di valore sostanziale . Fini non drammatizza, ma rende evidente la logica perversa del “sistema” che sopravvive non grazie all’eccellenza, ma per adesione a regole che preservano gruppi organizzati.

“Università e puttane” è un libro che, più che spiegare, smuove. Non fornisce soluzioni, ma invita a riflettere sul significato del merito, del riconoscimento e del cambiamento. Racconta una storia di dentro e la trasforma in simbolo: l’università italiana non è un luogo neutrale, ma un microcosmo dove potere, affetti e interessi si intrecciano in modo spesso opaco. Il lettore – studente, docente o semplice cittadino – esce dal libro con più dubbi di prima, ma anche con la percezione che il cambiamento può partire dalla parola sincera e urgente di un monologo inaspettato.

Il libro potete trovarlo qui.


Non morire di riunioni: Un metodo efficace per organizzare smart meeting che fanno bene alle persone e al business.

Anno: 2017

Autore: Marina Capizzi, Tiziano Capelli

Casa editrice: Franco Angeli

Gli autori offrono un contributo originale e concreto con il loro saggio dedicato a un fenomeno percepito da molti come fonte di inefficienza organizzativa: la riunione infinita e spesso inconcludente. Fin dalle prime pagine, il lettore percepisce un tono diretto e coinvolgente: il libro si propone come antidoto alle riunioni che “rubano energia”, offrendo un’alternativa smart, basata su metodo e neuroscienze.

Gli autori presentano il protocollo TheMeetingCircle, una struttura a tre fasi – finalizzazione, focalizzazione e flow – pensata per trasformare meeting tradizionali in meeting efficaci dinamici, energizzanti e orientati ai risultati. Siamo lontani da teorie astratte o checklist superficiali: il kit proposto è vivace, applicabile e motivante, pensato proprio per chi desidera uscire da una sala riunioni sentendosi più energico che esausto.

Uno dei punti di forza del libro è l’attenzione alla dimensione neuroscientifica: partendo dalla consapevolezza che il cervello umano si stanca rapidamente se non coinvolto, Capizzi e Capelli accompagnano il lettore in un percorso pratico per mantenere concentrazione e senso di efficacia durante tutta la durate dei meeting efficaci. Questo approccio consente di superare la tendenza all’affaticamento mentale e alla dispersione dei partecipanti, minimizzando le interruzioni e massimizzando il valore aggiunto di ogni incontro.

Il taglio è decisamente operativo, arricchito da esempi e casi reali condivisi dai due autori—manager e coach con esperienza decennale in aziende e nella formazione executive. Pagine e capitoli si alternano tra strumenti pragmatici e riflessioni sul modo di lavorare: emerge con chiarezza la convinzione che i meeting efficaci, se gestite con metodo e cura delle relazioni, possono diventare spazi di crescita collettiva, non solo forum di decisione.

Nel corso della lettura, spiccano alcune tesi che meritano riflessione. Innanzitutto, l’idea provocatoria che il 50% del tempo speso in meeting, soprattutto nelle grandi organizzazioni, è inutile o addirittura dannoso: standardizzato, astratto, spesso ripetitivo . In secondo luogo, la definizione del meeting efficaci come momento simbolico, in cui la cura del linguaggio, del setting e della partecipazione può avere un impatto significativo sulla percezione del valore condiviso.

Le recensioni online, a partire da fonti come IBS e la pagina di Franco Angeli, sottolineano come il volume non solo presenti un metodo, ma “modifichi la prospettiva” del lettore verso il proprio lavoro. Si parla, insomma, di una svolta culturale nel modo di concepire la riunione: non più momento passivo, ma attivo, energizzante e sostenibile.

Tuttavia, il libro non è privo di limiti. Lo stile può risultare in certi passaggi prolisso, specialmente quando introduce concetti teorici. Inoltre, la ripetitività di alcune sezioni—ad esempio quando si insiste sull’importanza del metodo senza offrire esempi in più contesti differenti—può ridurre l’efficacia per chi cerca rapidità e sintesi. Infine, l’approccio, sebbene efficace, può apparire meno innovativo per chi è già avvezzo a tecniche di facilitazione Agile o a framework simili.

In conclusione, “Non morire di riunioni” è un manuale concreto, energizzante e profondamente orientato all’efficacia. Ideale per manager, HR e professionisti che vogliono trasformare i meeting da tempo perso a motore di performance e benessere organizzativo. The Meeting Circle propone una visione nuova e sostenibile del meeting, centrata su metodo, neuroscienze e cultura integrativa.

Il libro potete trovarlo qui.


Parole per cambiare rotta. Tappe e imprevisti nel percorso di un manager.

Anno: 2017

Autore: David Bevilacqua

Casa editrice: Guerini Next

Questo è è molto più di un libro autobiografico o di un manuale manageriale: è il racconto autentico di un percorso umano, professionale e interiore che si dipana lungo tappe inaspettate, riflessioni profonde e cambiamenti di prospettiva. Con uno stile sobrio e diretto, Bevilacqua, manager di lungo corso con un passato importante in aziende come Cisco, condivide il proprio cammino senza l’arroganza di chi insegna, ma con l’umiltà di chi si racconta, mettendo a disposizione del lettore l’esperienza vissuta e non soltanto il risultato finale.

Il libro nasce dal desiderio di dare senso ai passaggi critici, agli errori, alle intuizioni che spesso in una carriera vengono archiviati troppo in fretta. Bevilacqua parte da parole chiave che hanno segnato momenti cruciali della sua vita lavorativa, come “discontinuità”, “ascolto”, “fiducia”, “coraggio”, “equilibrio”, costruendo attorno ad esse non tanto un glossario manageriale, ma una mappa emozionale del cambiamento. Ogni parola è una porta aperta sul vissuto dell’autore, e ciascuna porta ci conduce a riflettere sul nostro rapporto con la leadership, l’efficacia, la vulnerabilità e l’identità personale all’interno delle organizzazioni.

Non c’è nulla di retorico o preconfezionato nelle sue pagine. Bevilacqua non cerca di costruire una narrazione edificante o edulcorata, ma preferisce offrire spunti autentici, anche laddove la narrazione tocca aspetti di crisi o momenti di smarrimento. È proprio in questi frangenti che emerge il valore del testo: il coraggio di un manager di ammettere di aver perso il contatto con sé stesso, con i propri valori, con la propria famiglia, e di aver scelto – con fatica e consapevolezza – di cambiare rotta. Questo rende il libro estremamente umano e vicino, anche a chi non ricopre ruoli apicali, perché le sue riflessioni parlano al lavoratore, al genitore, alla persona.

Particolarmente interessante è l’approccio riflessivo alla trasformazione del concetto di successo. Bevilacqua ci accompagna nel superamento del modello manageriale basato solo su risultati e KPI, per riscoprire il valore dell’autenticità, della connessione con gli altri e della sostenibilità interiore. In un mondo in cui l’efficienza è spesso un mantra sterile, “Parole per cambiare rotta” propone un modello di leadership profondamente umano e rigenerativo.

Dal punto di vista stilistico, il libro è accessibile ma mai banale. La scrittura è sobria, ma capace di trasmettere emozioni e introspezione. Le esperienze personali non sono mai esibite come trofei, ma offerte come occasione di dialogo. Questo approccio contribuisce a creare una lettura fluida e coinvolgente, che invita alla pausa e alla riflessione, piuttosto che alla semplice assimilazione di contenuti.

Non è un testo tecnico, e nemmeno una guida operativa. È, piuttosto, un invito ad abitare consapevolmente il proprio ruolo nel mondo del lavoro, qualunque esso sia. Un libro che aiuta a comprendere che le parole, se usate con autenticità, possono cambiare non solo il modo in cui lavoriamo, ma anche il modo in cui viviamo.

Il libro potete trovarlo qui.


GET IN TOUCH

Send Us a Message and Learn More About Our Services

Cras a elit sit amet leo accumsan volutpat. Suspendisse hendreriast ehicula leo, vel efficitur felis ultrices non. Cras a elit sit amet.

    Accetta la privacy policy di hroconsulting.it