Qui di seguito troverete alcune letture che mi sono piaciute o mi hanno particolarmente ispirato* e che voglio condividere con te che stai leggendo. Il progetto 30 giorni 1 libro nasce dal desiderio di dedicare quotidianamente il giusto tempo ad aprire la mente ad altre idee, ad altri autori, ad altre prospettive, una condizione indispensabile per chi vuole rimanere al passo con i tempi. Se pensi di non avere tempo, rifletti sul fatto che basta leggere 20 pagine al giorno, significa un investimento di circa 30 minuti, e alla fine di un anno avrai letto 7300 pagine che corrispondono a circa 12 libri di 350 pagine circa. 30 giorni 1 libro è un progetto a cui puoi partecipare anche tu. Condividi sui social la foto della copertina e una piccola recensione concludendo con #30giorni1libro. Diffondiamo la cultura del sapere, ne beneficeremo tutti.

*Nota: non percepisco denaro per la segnalazione di questi testi e la recensione pubblicata è frutto della mia personale opinione.

Superare le cinque disfunzioni del lavoro di squadra

Anno: 2025

Autore: Patrick Lencioni

Casa editrice: Franco Angeli

Patrick Lencioni con “Superare le cinque disfunzioni del lavoro di squadra” (edizioni Franco Angeli) offre un testo che incarna al meglio l’equilibrio tra narrazione e prassi manageriale, trasformando concetti apparentemente astratti in strumenti concretamente utilizzabili per migliorare il funzionamento dei team. La guida, traduzione italiana dell’originale “The Five Dysfunctions of a Team”, introduce il lettore in un contesto aziendale credibile, con personaggi ben tratteggiati e situazioni realistiche, che permettono di identificarsi immediatamente. La struttura narrativa all’inizio cattura, perché diventa un racconto che mette in scena le difficoltà di un team in crisi, ma rapidamente si trasforma in una lente attraverso cui osservare da vicino ogni componente del lavoro di squadra: fiducia, conflitto, impegno, responsabilità e orientamento al risultato.

Ogni capitolo si concentra su una disfunzione specifica, mostrando come l’assenza di fiducia impedisca ai membri di mostrarsi vulnerabili, di ammettere errori o debolezze, e come questa mancanza di apertura si riverberi in ostacoli reali: silenzi, ipocrisie, incomprensioni. Lencioni spiega che per costruire fiducia è necessario che i membri del team si conoscano l’un l’altro non solo professionalmente, ma anche umanamente, così da creare un terreno comune di sicurezza. Questo primo passo è fondamentale perché le altre disfunzioni vengano alla luce e possano essere affrontate con forza.

Segue la riflessione sul conflitto: non quello distruttivo, ma quello che nasce quando ci si confronta apertamente su idee, opinioni, decisioni. La paura del conflitto è mortale per il team, perché impedisce il dialogo autentico e condanna il gruppo a decisioni mediocri. Invece Lencioni invita a coltivare dibattiti sinceri, dove le divergenze diventano occasione di crescita e miglioramento collettivo. Solo dopo la fiducia e il conflitto viene l’impegno: quando le decisioni sono prese con chiarezza, anche chi non era favorevole fin dall’inizio può aderire, perché ha avuto modo di capire, di esprimersi e di contribuire. Questo impegno non è un compromesso, ma la scelta consapevole di muoversi insieme verso un obiettivo condiviso.

La responsabilità reciproca emerge come un elemento decisivo: in un team sano ogni membro sa che è chiamato a rispondere non solo del proprio ruolo ma anche delle prestazioni collettive, chiedendo e offrendo feedback, intervenendo se qualcuno si allontana dagli impegni, affinché gli standard restino elevati. L’ultima disfunzione, la disattenzione ai risultati, viene neutralizzata quando il focus del gruppo smette di essere l’ego individuale o le rivendicazioni personali e si concentra su ciò che serve al successo del team. In questo senso il libro assume l’aspetto non solo di guida, ma di manifesto per un cambiamento culturale all’interno delle organizzazioni, dove il lavoro di squadra non è solo una moda ma una leva strategica di efficacia.

La lettura è resa particolarmente efficace dalla concretezza degli esempi, da esercizi pratici, strumenti diagnostici e suggerimenti che il manager, il team leader o il facilitatore possono usare sin da subito. Ogni concetto è accompagnato da situazioni aziendali che rendono immediata l’applicazione, dal setting della riunione fino al comportamento richiesto nelle relazioni interpersonali, nel confronto e nella comunicazione trasparente. Il linguaggio mantiene sempre chiarezza, semplicità e forza persuasiva, che permettono di sentire che il cambiamento è possibile e che ciascuna persona può fare la sua parte, non importa la posizione o la struttura gerarchica in cui opera.

Questo libro diventa così non soltanto una mappa per diagnosticare le disfunzioni ma un percorso motivante verso la costruzione di team coesi, responsabili, orientati al risultato. Chi lo legge comprende che il miglioramento passa attraverso la fiducia, il conflitto costruttivo, l’impegno autentico, la responsabilità reciproca e un orientamento ai risultati che metta il bene collettivo davanti all’interesse individuale. È un invito a diventare un leader che ascolta, che trasforma, che guida non solo con le parole ma con l’esempio.

Il libro potete trovarlo qui.


Oltre se stessi. Scienza e arte della performance

Anno: 2023

Autore: Francesca Coin

Casa editrice: Giulio Einaudi editore

“Oltre sé stessi” è un’opera che va ben al di là della semplice definizione di performance, proponendo un viaggio alla scoperta del proprio potenziale più autentico. Giorgio Nardone, con l’aiuto di Stefano Bartoli, combina l’esperienza clinica della terapia breve strategica con i contributi delle neuroscienze e della psicologia della performance. Fin dalla prima pagina emerge un approccio fresco ed esplorativo: il talento viene paragonato a un diamante che richiede la giusta “incoscienza educata”, una sorta di equilibrio tra impulso intuitivo e controllo consapevole della propria mente.

Il testo cerca di rispondere a domande che hanno affascinato generazioni di pensatori e grandi menti: cosa distingue un artista, uno scienziato, un atleta o un manager capace di toccare gli apici della propria disciplina? La risposta emerge in una combinazione tra resilienza, flessibilità, adattabilità, dedizione costante e capacità di sostenere il rischio del fallimento. La struttura del libro si sviluppa attraverso più capitoli, come quello dedicato alla “trance performativa” e all’“incoscienza educata”, dove l’autore mostra come la mente, a volte, agisca meglio quando la consapevolezza si allenta in favore di uno stato mentale fluido e reattivo.

Un altro aspetto centrale è la distinzione tra mente veloce e mente lenta: la prima regola le azioni intuitive, la seconda interviene con riflessione e analisi approfondita. Attraverso questa lente, gli autori spiegano come ottimizzare la performance e superare i propri limiti, sfruttando consapevolmente entrambe . Il cuore del messaggio sta nell’idea che non si tratta di perseguire la perfezione assoluta, ma di coltivare un percorso di continuo miglioramento, guidato dalla disciplina, dalla curiosità e dalla determinazione.

La concretezza è un tratto distintivo: esempi concreti, citazioni di figure come Steve Jobs e Albert Einstein e aneddoti di vita reale rendono il libro intuitivo e accessibile pur trattando temi complessi. I lettori apprezzano il linguaggio chiaro, emotivamente coinvolgente ma privo di tecnicismi ostici . Molte recensioni segnalano la capacità del libro di accompagnare verso una riflessione profonda, senza appesantire: sembra di avere al fianco una guida, non un teorico.

La parte finale, incentrata sul talento come diamante da valorizzare, chiude il percorso offrendo una immagine potente: il talento va coltivato con cura, ma anche stimolato affinché non si limiti all’esistente. “Oltre sé stessi” è quindi una mappa per chi desidera trasformare la propria performance in qualcosa di autentico, non un semplice sprint verso il risultato, ma un’evoluzione costante che abbraccia corpo, mente ed emozioni.

In conclusione, “Oltre sé stessi” si propone come un testo di grande ispirazione e rigore, rivolto a chi vuole esplorare i propri limiti e oltrepassarli con saggezza e consapevolezza. Un titolo che unisce scienza e poesia, pratica e riflessione, consigli tecnici e stimoli emotivi. È una lettura preziosa per professionisti, studenti, manager e chiunque desideri trasformare passione e talento in performance di senso.

Il libro potete trovarlo qui.


Sei felice al lavoro?

Anno: 2023

Autore: Francesca Coin

Casa editrice: Giulio Einaudi editore

Tessa West, psicologa sociale della New York University e autrice della recente pubblicazione “Sei felice al lavoro?”, esplora il legame profondo tra la nostra vita professionale e il benessere psicologico, proponendo un sentiero che non punta all’illusione della perfezione ma alla comprensione autentica delle proprie emozioni, soprattutto la felicità al lavoro. Partendo dal presupposto che la frustrazione professionale insorga più spesso dai bisogni emotivi inespressi che da problemi concreti come un manager poco incisivo o compiti banali, West propone di analizzare le radici del malessere a partire da ciò che proviamo, non solo da ciò che facciamo, accostando la felicità al lavoro a un rapporto personale che richiede la stessa attenzione psicologica della vita privata.

Il fulcro della sua analisi risiede nella definizione di cinque profili di “frustrazione professionale”, e l’autrice li descrive con sensibilità e precisione: si va dal lavoratore in crisi d’identità a chi percepisce di essere un “genio incompreso”, passando per chi si sente esaurito o relegato a un ruolo da “secondo classificato”. Di fronte a ciascuna situazione West non offre scorciatoie decorative, ma un percorso che parte dalla consapevolezza. L’idea è che, spesso, a indurci a cambiare lavoro non siano eventi traumatici ma un insieme di segnali sottili accumulatisi nel tempo.

Nel delineare i profili, l’autrice propone test di autovalutazione e domande operative da porsi con onestà terapeutica, ponendo l’accento sull’idea che la felicità professionale non nasca dall’ambizione o dalla pressione esterna, ma dall’allineamento tra bisogni psicologici e contesto lavorativo. Ogni capitolo si conclude con suggerimenti mirati e spunti pratici orientati non tanto a spingere verso un nuovo impiego, ma a trasformare il rapporto attuale con la felicità al lavoro, a rivalutarlo, ridefinirlo o, se necessario, prenderne distanza in modo consapevole.

La rigorosa documentazione scientifica non appesantisce la narrazione, anzi conferisce al testo un tono equilibrato e rassicurante. Le interviste a migliaia di recruiter e di professionisti che hanno vissuto una transizione lavorativa arricchiscono la riflessione con voci reali e storie di cambiamento. West mostra come le cause profonde dell’insoddisfazione possano essere condivise, universali, ma anche rimodellabili attraverso piccoli aggiustamenti di mentalità e comportamento.

Il contributo più rilevante del libro sta nell’accettazione dell’incertezza come elemento di crescita. Sentirsi “non pronti” a cambiare o insoddisfatti non è un vuoto di esperienza, ma una porta verso una maggiore consapevolezza. West sfida la rigidità mentale che vuole tutte le risposte prima di agire, invitando invece a navigare dentro il dubbio, come si farebbe in uno spazio di autoterapia che conduce alla scoperta di sé.

La chiarezza espressiva – evidenziata anche da lettori che definiscono il libro “una guida psicologica” e lo apprezzano per i profili curiosi e gli esempi applicativi – rende il volume non un manuale prescrittivo, ma una bussola per orientarsi nelle scelte. Il testo sottolinea come la felicità al lavoro non sia un privilegio, né una ricetta per la perfezione, ma un obiettivo realistico se si impara a riconoscere e ascoltare i propri bisogni .

Ovviamente, chi cercasse modelli organizzativi o best practice procedurali potrebbe restare deluso: lo spazio è dedicato all’individuo, al suo vissuto, ai suoi sentimenti e alle sue capacità di fare domande, rallentare e trasformare. Non mancano però richiami alla relazione con recruiter, capi e colleghi, e suggerimenti concreti per affrontare interviste, riconfigurare il proprio profilo professionale e connettersi con possibilità più autentiche .

In conclusione, “Sei felice al lavoro?” è una lettura capace di provocare riflessione e, soprattutto, azione. Non promette miracoli, ma invita a prendersi cura della propria relazione più lunga: quella con la felicità al lavoro. È un’offerta di rigenerazione psicologica più che professionale, perfetta per chi si sente sospeso, stanco o indeciso, ma anche per chi semplicemente desidera vivere la felicità al lavoro come un’esperienza appagante e sostenibile.

Il libro potete trovarlo qui.


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