bias cognitivi - Pensieri lenti e veloci. Recensione di Piero Vigutto

Anno: 2020

Autore: Daniel Kahneman

Casa editrice: Mondadori

Un testo magistrale in cui Daniel Kahneman, premio Nobel per l’Economia, esplora con profondità e chiarezza la natura duale del pensiero umano. Al centro del saggio troviamo la distinzione tra due sistemi mentali. Il primo, chiamato Sistema 1, opera in modo rapido, automatico, intuitivo: funziona come un pilota automatico che prende decisioni immediate in base a pattern consolidati, utili nella quotidianità dove serve agilità nel riconoscere volti o reagire a stimoli semplici. Il secondo, il Sistema 2, interviene solo quando l’intuizione non basta: è lento, logico, richiede sforzo cosciente ed è responsabile dei ragionamenti articolati che ci fanno riflettere su scelte complesse o processare dati e numeri .

La vera originalità del libro sta nella capacità di Kahneman di spiegare con rigore scientifico ma senza rinunciare alla narrazione come emergono molti errori cognitivi, o bias cognitivi, generati proprio dal dialogo difettoso tra i due sistemi. Euristiche come ancoraggio, disponibilità e fallacia della congiunzione, così come l’avversione alla perdita e l’eccessiva fiducia nelle proprie capacità, sono illustrate con esperimenti memorabili e storie che restano impresse nella mente molto tempo dopo la lettura.

La terza parte del libro affronta il tema inquietante dell’overconfidence, una sicurezza illusoria che rende le persone convinte di sapere di più di quanto realmente comprendano. È una spiegazione efficace del perché spesso imponiamo piani e imprese destinati a fallire: la fallacia della pianificazione, l’illusione del controllo e la trappola del “sì però…” che travolge le previsioni più ottimistiche . In questa sezione emerge inoltre la teoria del prospetto, uno degli apporti più significativi di Kahneman e Tversky: una rivoluzione nella comprensione dei processi decisionali in condizioni di rischio, che spiega perché il dolore di una perdita pesa il doppio della soddisfazione di un guadagno equivalente.

In una successiva riflessione, Kahneman introduce la distinzione tra i due sé: quello esperienziale, impegnato nel vivere il momento, e il sé che ricorda, che valuta la qualità di un’esperienza ex post. È una rivelazione illuminante per affrontare temi come la felicità e la soddisfazione, perché ci fa capire che ciò che scegliamo di ricordare, più di quanto abbiamo effettivamente vissuto, influisce in modo determinante sulle nostre scelte future.

Lo stile di Kahneman bilancia sapientemente il rigore accademico con una scrittura vivace e accessibile. Gli esempi quotidiani, come stimare la forza di un sugo o spiegare l’effetto frame, rendono la lettura piacevole ma mai superficiale. Inoltre, la sua capacità di integrare decenni di ricerca sperimentale con aneddoti personali conferisce al libro una dimensione intima che potenzia la portata dei contenuti .

Se non è esente da critiche, il testo resta straordinariamente completo. Alcuni evidenziano una certa ridondanza nelle spiegazioni o un approccio talvolta poco orientato all’applicazione pratica. Tuttavia, la profondità dei modelli introdotti e la loro rilevanza trasversale, da economia alla psicologia, dal management alla vita quotidiana, trasforma “Pensieri lenti e veloci” in una lettura utile per chi desidera comprendersi meglio e migliorare le proprie decisioni.

In conclusione, “Pensieri lenti e veloci” non è solo un libro, è una lente critica per osservare noi stessi e il mondo. Ci ricorda che la mente umana è prodigiosa ma imperfetta, capace di intuizioni brillanti ma vittima di scorciatoie ingannevoli. Comprendere la tensione tra i sistemi di pensiero, riconoscere i bias cognitivi, imparare dai nostri errori è un viaggio che rende più consapevoli e saggi, in ogni ambito in cui decidiamo, scegliamo e viviamo.

Il libro potete trovarlo qui.