cultura aziendale - Legacy: 15 Lessons in Leadership: What the All Blacks Can Teach Us About the Business of Life. Recensione di Piero Vigutto.

Anno: 2013

Autore: James Kerr

Casa editrice: Constable & Robinson Ltd

Cultura aziendale e sport, un binomio improbabile? James Kerr ci trasporta nel cuore pulsante del rugby neozelandese attraverso “Legacy”, un libro che decostruisce i segreti della celebre squadra degli All Blacks per trasformarli in lezioni applicabili nel mondo del lavoro e nella vita quotidiana. Fin dalle prime pagine si percepisce la volontà dell’autore di andare oltre l’ovvio, scegliendo come filo rosso la cultura di una delle formazioni sportive più vincenti nella storia del rugby moderno. Non è un trattato tecnico né un saggio sul gioco del rugby, bensì un viaggio tra i valori che hanno costruito e preservato l’eccellenza degli All Blacks, tradotti poi in 15 principi di leadership capaci di orientare chiunque verso l’alta performance.

L’intento è chiaro: capire il perché dell’efficacia straordinaria di questa squadra, mantenuta nel tempo, ed estrarne le leve di guida efficaci ovunque. Tra queste, spicca il concetto che “i campioni fanno di più” e che l’umiltà consiste anche in gesti simbolici, come pulire gli spogliatoi dopo ogni partita: quel gesto semplice “sweep the sheds” diventa una dichiarazione di valori, un messaggio che serve a mantenere i piedi per terra anche quando si è in vetta .

James Kerr approfondisce quella capacità degli All Blacks di reinventarsi continuamente. Quando sei al top, il libro spiega, devi reinventare te stesso, abbracciare il cambiamento, anticipare la curva evolutiva. È la quintessenza della resilienza e dell’innovazione continua: una squadra che rifiuta la compiacenza e punta sempre sull’evoluzione meritocratica.

Un altro principio chiave è il senso del propósito: “gioca con uno scopo” diventa una domanda pratica, chiedendosi perché si fa ciò che si fa, collegando ambizione personale e significato collettivo. Si impara così a progettare un progetto comune che arrivi oltre le singole performance. Ne consegue la centralità del linguaggio e della cultura aziendale condivisa, veicolata attraverso rituali – come l’Haka – capaci di tenere insieme la squadra e collegarla alla radice storica e identitaria del gruppo .

Parallelamente Kerr traccia un profilo di leadership autentica: quella che si costruisce sul controllo delle distrazioni, sulla gestione della pressione, sulla coscienza di sé. Il “blue head”, lontano dal cervello ansioso e reattivo, diventa sinonimo di lucidità e precisione nei momenti critici. Nasce così una visione dell’auto-dominio non come repressione mentale, ma come capacità di canalizzare energia verso obiettivi collettivi.

L’autore dipinge un altro paesaggio, forse meno evidente ma potentemente emozionante: il peso del sacrificio personale e la responsabilità nei confronti dei compagni e delle generazioni future. Il concetto di “good ancestors” invita a lasciare un’eredità che non sia solo successo personale ma un’eredità culturale, educativa e sociale . Il risultato diventa un libro che non insegna a essere semplicemente un leader, ma a pensarsi come architetto di un progetto collettivo che duri nel tempo.

Soprattutto, “Legacy” non è solo un elenco di regole, ma uno specchio in cui si vede riflessa la connessione tra individuo e squadra, tra etica personale e missione organizzativa. James Kerr costella il testo di citazioni significative e di esempi pratici, tra cui alcune voci di coach d’élite come Phil Jackson, che conferiscono spessore senza perdere concretezza. I critici riconoscono, però, che suona talvolta ripetitivo: alcuni concetti vengono sfiorati più volte, talvolta attingendo a modelli manageriali o sportivi extra-rugby, e questo può far percepire una certa ridondanza narrativa .

In conclusione, “Legacy” è un libro che travalica i confini dello sport, arrivando a chiunque sia alla guida di un team, di una comunità o una famiglia. Richiede apertura mentale e umiltà per riconoscere che il successo non è mai autoprodotto, ma nasce sempre dal dialogo tra valori condivisi, azioni concrete e coerenza personale. Per chi lavora in HR, nella cultura aziendale e manageriale o in contesti formativi, regala spunti concreti su come trasformare una cultura aziendale, creando senso e scopo oltre gli obiettivi numerici.

Il libro potete trovarlo qui.