
Anno: 2018
Autore: Osvaldo Danzie, Giovanni Re
Casa editrice: FrancoAngeli
In “#CommunityManager” Osvaldo Danzi e Giovanni Re delineano con chiarezza la figura professionale del community manager, che oltre a essere un semplice moderatore o animatore di conversazioni online, si configura sempre più come un asse strategico per organizzazioni, brand e realtà digitali. Il libro, edito da Franco Angeli e segnalato tra le letture consigliate per chi opera nelle Risorse Umane e nel digital marketing, affronta l’evoluzione del ruolo, le competenze richieste e le sfide concrete che questa professione incontra quotidianamente.
Il testo si apre descrivendo il contesto in cui nascono le community digitali: spazi online – social network, forum, piattaforme dedicate – dove persone con interessi comuni si incontrano, dialogano, si autocostruiscono e a volte si mobilitano. Ciò richiede un professionista capace non solo di ascoltare, ma di interpretare il sentiment, stimolare conversazioni utili, facilitare relazioni autentiche e tutelare al contempo la reputazione dell’ente di riferimento.
Danzie e Re svelano le direzioni fondamentali del ruolo: dal community building alla governance delle regole, dalla gestione dei conflitti al monitoraggio delle performance. Il loro approccio non è ideologico né astratto: il libro è costruito su esempi pratici, casi reali, suggerimenti operativi e linee guida applicabili fin da subito. Non si tratta quindi di semplice storytelling, ma di una “cassetta degli attrezzi” calibrata per community manager alle prime armi così come per professionisti già navigati .
Una sezione cruciale è dedicata alle competenze richieste: dalla capacità di analisi dei dati quantitativi (reach, engagement, tassi di crescita) e qualitativi (sentiment, tipo di interazioni) fino alla cura della cultura della community. Essere community manager significa anche interpretare messaggi non scritti, comprendere emozioni digitali, rendere un forum o un gruppo partecipativo, utile e sostenibile. Significa trasformare il digitale in comunità autentiche, non in spazi rumorosi o chiassosi.
Gli autori non trascurano la dimensione organizzativa: spiegano come il community manager dialoghi con altre funzioni aziendali (marketing, HR, customer care, legale, comunicazione interna), diventando collante tra contenuto, strategia e cultura organizzativa. Il libro offre dunque anche strumenti utili a ridurre silos interni e a promuovere una collaborazione trasversale centrata sulla community.
Interessante è anche il focus su metriche e valutazione dell’impatto: Danzie e Re propongono un modello articolato che va oltre l’engagement superficiale, includendo processi di fiducia, advocacy, fedeltà e persino capacità di generare innovazione dal basso.
Tra i capitoli, merita menzione quello dedicato ai rischi: come gestire crisi emotive o reputazionali, contenuti estremi o criticità improvvise. Il volume indica pratiche di escalation, protocolli interni e stili di comunicazione preventiva ed empatica: un approccio che restituisce dignità, consapevolezza e responsabilità al lavoro quotidiano del community manager.
Un pregio del testo è la coerenza tra contenuto e forma: l’uso dell’hashtag nel titolo – “#CommunityManager” – diventa simbolo di una narrazione digitale; i capitoli sono brevi, incisivi, ricchi di spunti riassunti in box riassuntivi e call to action; la narrazione alterna esempi pratici a riflessioni di leadership, come se fosse una collaborazione tra manager e coach.
Tra i limiti, alcuni lettori potrebbero rimpiangere una maggiore profondità teorica sui modelli sociologici delle community online, o un numero più elevato di casi aziendali concreti analizzati in modo strutturato. Tuttavia, il taglio agile e professionale risponde all’obiettivo dichiarato: formare professionisti capaci di agire subito con metodo, senza perdersi in eccessive teorie.
Un peccato che poi, alla fine, proprio il #CommunityManager non sia avulso da comportamenti a volte dittatoriali ed esclusivi