
Anno: 2023
Autore: Francesca Coin
Casa editrice: Giulio Einaudi editore
Tessa West, psicologa sociale della New York University e autrice della recente pubblicazione “Sei felice al lavoro?”, esplora il legame profondo tra la nostra vita professionale e il benessere psicologico, proponendo un sentiero che non punta all’illusione della perfezione ma alla comprensione autentica delle proprie emozioni, soprattutto la felicità al lavoro. Partendo dal presupposto che la frustrazione professionale insorga più spesso dai bisogni emotivi inespressi che da problemi concreti come un manager poco incisivo o compiti banali, West propone di analizzare le radici del malessere a partire da ciò che proviamo, non solo da ciò che facciamo, accostando la felicità al lavoro a un rapporto personale che richiede la stessa attenzione psicologica della vita privata.
Il fulcro della sua analisi risiede nella definizione di cinque profili di “frustrazione professionale”, e l’autrice li descrive con sensibilità e precisione: si va dal lavoratore in crisi d’identità a chi percepisce di essere un “genio incompreso”, passando per chi si sente esaurito o relegato a un ruolo da “secondo classificato”. Di fronte a ciascuna situazione West non offre scorciatoie decorative, ma un percorso che parte dalla consapevolezza. L’idea è che, spesso, a indurci a cambiare lavoro non siano eventi traumatici ma un insieme di segnali sottili accumulatisi nel tempo.
Nel delineare i profili, l’autrice propone test di autovalutazione e domande operative da porsi con onestà terapeutica, ponendo l’accento sull’idea che la felicità professionale non nasca dall’ambizione o dalla pressione esterna, ma dall’allineamento tra bisogni psicologici e contesto lavorativo. Ogni capitolo si conclude con suggerimenti mirati e spunti pratici orientati non tanto a spingere verso un nuovo impiego, ma a trasformare il rapporto attuale con la felicità al lavoro, a rivalutarlo, ridefinirlo o, se necessario, prenderne distanza in modo consapevole.
La rigorosa documentazione scientifica non appesantisce la narrazione, anzi conferisce al testo un tono equilibrato e rassicurante. Le interviste a migliaia di recruiter e di professionisti che hanno vissuto una transizione lavorativa arricchiscono la riflessione con voci reali e storie di cambiamento. West mostra come le cause profonde dell’insoddisfazione possano essere condivise, universali, ma anche rimodellabili attraverso piccoli aggiustamenti di mentalità e comportamento.
Il contributo più rilevante del libro sta nell’accettazione dell’incertezza come elemento di crescita. Sentirsi “non pronti” a cambiare o insoddisfatti non è un vuoto di esperienza, ma una porta verso una maggiore consapevolezza. West sfida la rigidità mentale che vuole tutte le risposte prima di agire, invitando invece a navigare dentro il dubbio, come si farebbe in uno spazio di autoterapia che conduce alla scoperta di sé.
La chiarezza espressiva – evidenziata anche da lettori che definiscono il libro “una guida psicologica” e lo apprezzano per i profili curiosi e gli esempi applicativi – rende il volume non un manuale prescrittivo, ma una bussola per orientarsi nelle scelte. Il testo sottolinea come la felicità al lavoro non sia un privilegio, né una ricetta per la perfezione, ma un obiettivo realistico se si impara a riconoscere e ascoltare i propri bisogni .
Ovviamente, chi cercasse modelli organizzativi o best practice procedurali potrebbe restare deluso: lo spazio è dedicato all’individuo, al suo vissuto, ai suoi sentimenti e alle sue capacità di fare domande, rallentare e trasformare. Non mancano però richiami alla relazione con recruiter, capi e colleghi, e suggerimenti concreti per affrontare interviste, riconfigurare il proprio profilo professionale e connettersi con possibilità più autentiche .
In conclusione, “Sei felice al lavoro?” è una lettura capace di provocare riflessione e, soprattutto, azione. Non promette miracoli, ma invita a prendersi cura della propria relazione più lunga: quella con la felicità al lavoro. È un’offerta di rigenerazione psicologica più che professionale, perfetta per chi si sente sospeso, stanco o indeciso, ma anche per chi semplicemente desidera vivere la felicità al lavoro come un’esperienza appagante e sostenibile.