intelligenza vegetale - Plant Revolution. Le piante hanno già infestato il nostro futuro. Recensione di Piero Vigutto.

Anno: 2017

Autore: Stefano Mancuso

Casa editrice: Giunti

Leggendo “Plant Revolution” emerge un cambiamento di prospettiva. Non stiamo semplicemente guardando alle piante come elementi di arredamento o fonte di ossigeno, bensì come modelli intelligenti e resilienti, specchio di un futuro che abbiamo già inventato. Mancuso ci invita a comprendere che le piante non sono organismi passivi, ma veri e propri sistemi viventi capaci di colonizzare la Terra per centinaia di milioni di anni, preparandosi a risolvere oggi – e domani – problemi tecnologici, ambientali e organizzativi che avevamo pensato esclusivamente di competenza dell’uomo.

La potenza del saggio sta nel cogliere dettagli che, a un occhio distratto, passerebbero inosservati: la modularità delle piante, il loro cuore decentralizzato, la capacità di muoversi, pur senza muoversi, e l’economia dell’energia che, a differenza di quella animale, è discreta, silenziosa, eppure costante. Mancuso racconta il meccanismo della mimosa che smette di reagire a uno stimolo ripetuto, illustrando come le piante apprendano e ricordino . Questa forma di “intelligenza distribuita”, diversa da quella animale, ma non per questo meno sofisticata, apre a forme di pensiero radicalmente nuove.

L’autore indaga i segreti di una resilienza che nasce dall’adattamento e dalla cooperazione, non dalla competizione. Le reti radicali delle piante ricordano architetture naturali da cui possiamo imparare in robotica e nell’urbanistica: le strategie di intelligenza vegetale per assorbire acqua o proteggersi dai predatori suggeriscono modelli per applicazioni concrete, dal verde urbano alle serre galleggianti in mare come la Jellyfish Barge. Allo stesso tempo, quando Mancuso cita le molecole volatili che le piante usano per comunicare, mette in luce il fatto che le strategie di intelligenza vegetale includono manipolazione, memoria e relazione tanto quanto quelle animaloidi .

Il libro, ricco di fotografie e schede tecniche, resta comunque accessibile. Non è né un trattato, né un romanzo: è un dialogo continuo tra scienza, ispirazione e speranza. Un lettore definisce il testo “meraviglioso”, scritto con semplicità ma ricco di passione e rigore ibs.it. Proprio questo equilibrio consente a chi non è esperto di immedesimarsi nel cane che osserva una foresta, rendendo l’astrazione biologica impressa in una storia viva.

Non manca una vena critica verso l’antropocentrismo imperante: Mancuso ricorda che gli esseri umani rappresentano solo lo 0,3% della biomassa, mentre le piante costituiscono l’85%, eppure viviamo in un mondo dove si parla di “vita” dimenticandoci spesso delle strategie di intelligenza vegetale che reggono l’ecosistema. È un invito a interrogarci sul nostro ruolo: se vogliamo migliorare la nostra organizzazione tecnologica, è sulle piante che dobbiamo concentrarci, non sugli animali.

Alcuni lettori esprimono però perplessità: per quanto affascinante, l’intervento divulgativo può risultare troppo esteso in fasi narrative o talvolta autoreferenziale. Tuttavia, a bilancio, il suo punto di forza resta la capacità di spostare lo sguardo: non cogliamo solo il “verde” vegetale, ma vediamo il futuro che già vimana tra le radici silenziose.

“Plant Revolution” non ci regala soluzioni pronte all’uso, né proclama una verità assoluta. Offre invece un banco di prova per la nostra immaginazione: ci sfida a ridisegnare la tecnologia, la città, la produttività secondo le leggi della natura e dell’intelligenza vegetale, e soprattutto a cambiare atteggiamento verso essa. Leggendolo, si diventa partecipi di una rivoluzione silenziosa, che non si impone ma si radica nella mente e nella pratica, nelle strade dei prossimi decenni.

Il libro potete trovarlo qui.