lavoro ben fatto - Novelle artigiane. Recensione di Piero Vigutto.

Anno: 2015

Autore: Alec Ross

Casa editrice: Marsilio

“Novelle Artigiane” di Vincenzo Moretti si propone come un viaggio nella dignità del lavoro svolto con cura, passione e integrità. Con 208 pagine suddivise in tre racconti principali – “L’uomo che aggiustava le cose”, “Il sogno di Sofia” e “Le miniature di Luigino” – Moretti fonde narrativa, riflessione sociale e arte popolare per offrire un manifesto concreto del “lavoro ben fatto”.

Fin dalle prime pagine si percepisce la sapiente commistione tra sociologia e storytelling: il rigore intellettuale e la capacità narrativa convivono in equilibrio, rivelando la versatilità dell’autore, che da sociologo diventa cantore di storie autentiche e d’animo . Colpisce subito la varietà di personaggi: si incontrano artigiani, donne in cerca di un nuovo percorso, bambini animati dalla curiosità. Dietro di loro si percepiscono valori profondi: passione per la manualità, cura dei dettagli, resilienza di fronte alle difficoltà quotidiane.

Nel primo racconto, “L’uomo che aggiustava le cose”, emerge un richiamo ancestrale al lavoro manuale: riparare, restaurare e dare nuova vita a oggetti che sembrano persi nel tempo. Tale figura incarna il valore dell’attenzione, della qualità e del rispetto per la materia e la fatica. È una sorta di “eroe silenzioso”, la cui nobiltà risiede nella semplicità delle sue azioni, nel tempo impiegato con dedizione e nella bellezza ritrovata nelle creazioni riparate.

Nel secondo racconto, “Il sogno di Sofia”, la protagonista si confronta con una svolta esistenziale: lascia un’impresa sicura per seguire una vocazione, quel richiamo a fare bene le cose che nessuno le può togliere. È un itinerario di scoperta e di coraggio, dove il tornare a dedicarsi a un mestiere antico fa riscoprire un piacere profondo e liberatorio anche nel ritmo faticoso del fare quotidiano .

La terza novella, “Le miniature di Luigino”, immerge il lettore in un racconto quasi fiabesco, dove un bambino trasforma la sua sensibilità artistica in gesto concreto: costruire mondi in miniatura, con precisione e immaginazione. Il contrasto tra dimensioni reali e sognate comunica un messaggio potente: la creatività – anche nella forma più minuta – modifica la percezione del valore e della bellezza del lavoro ben fatto.

Un tratto distintivo del libro è la leggerezza con cui Moretti costruisce un’atmosfera intima e universale allo stesso tempo: la Napoli descritta diviene simbolo di un equilibrio tra quotidianità e storia artigianale. La voce narrante si rivolge al lettore con coinvolgimento, senza rinunciare alla riflessività. Il risultato è un’opera «da vivere, non da leggere», come testimoniano le passione espresse dalle recensioni online .

Gli estimatori del volume ne chiamano in causa la dimensione spirituale: leggendo si ha l’impressione di nutrire l’anima, di ritornare a un rapporto autentico con il lavoro, le persone e lo spazio intorno. Valori come la fiducia, la solidarietà e la bellezza artigiana emergono con intensità, rivelando che “fare bene” non è solo una scelta personale, ma un atto politico, civile e trasformativo .

Il tono però non è privo di sfumature. Le novelle contengono anche tensioni, dubbi, momenti di smarrimento – soprattutto nel percorso di Sofia e Luigino – per ricordarci che il lavoro è fatica, cambiamento, crescita. Non un percorso lineare, ma una sfida continua a essere fedeli a se stessi e a ciò che si ama.

In sintesi, “Novelle Artigiane” è un’opera che mette in scena il valore della manualità, della cura e della comunità. Non è solo un libro di narrativa, ma un testo di riflessione sulla modernità e sulla necessità di ritrovare un contatto intimo con il fare. È una lettura consigliata a chi desidera ritrovare senso nel proprio lavoro, liberarsi dalla logica dell’efficienza a tutti i costi e riscoprire il piacere della bellezza costruita a mano.

Il libro potete trovarlo qui.