Il punto più alto. Sulla rotta di un sogno al comando dell’Amerigo Vespucci. Recensione di Piero Vigutto. Copertina.

Anno: 2021

Autore: Gianfranco Bacchi

Casa editrice: Edizioni CinqueTerre

“Il punto più alto” di Gianfranco Bacchi è un memoir-saggio che intreccia con raffinata eleganza la narrazione di un intero percorso professionale e la riflessione sul valore delle sfide. Il comandante di vascello racconta, in prima persona, la sua vita dalla formazione all’Accademia Navale di Livorno fino al comando della nave scuola Amerigo Vespucci, simbolo della Marina Militare italiana e “veliero più bello del mondo”. Il testo assume allora le sembianze di un viaggio fisico e interiore, un racconto che parla a chi ha uno spirito da esploratore e considera la navigazione a vela non solo mestiere, ma metafora di vita .

La forza narrativa emerge già dal titolo: il “punto più alto” non è solo l’atto dell’assumere il comando della Vespucci, ma il luogo mentale da cui si guarda oltre, persino verso nuove rotte da tracciare. Bacchi sottolinea che quella nomina non rappresenta la vetta, ma piuttosto una base di partenza. Si respira l’idea che la vera crescita stia nel non fermarsi, nel salire di grado senza rinunciare alla passione e alla curiosità. Il lettore segue così una progressione di traguardi che parla di formazione, rischio, responsabilità e capacità di fidarsi della propria squadra.

La scrittura, lineare ma intrisa di emozione, restituisce l’intensità della vita di bordo: le manovre a vela, le notti in mare, l’orgoglio di manovrare quel veliero unico. Le esperienze emergono concrete, vivide, talora avvincenti, come quando Bacchi descrive l’ingresso “a vele spiegate” nel Porto di Taranto durante il lockdown, un momento di forte impatto emozionale e di speranza per il Paese. Non è solo narrazione di fatti, ma evocazione partecipata, resa grazie anche a aspetti multimediali come QR code che rimandano a video reali di crociere.

La dimensione emotiva si unisce a riflessioni più ampie sul senso del comando. Gestire l’equipaggio di centinaia di uomini non è solo esercizio tecnico, ma esercizio di leadership autentica. Bacchi insiste sul fatto che comandare implica ascoltare, educare e trasmettere sicurezza, chiedendosi continuamente quale criterio guida possa trasformare un gruppo in comunità . Emerge con chiarezza l’idea che il vero comando si fondi sul rapporto di fiducia, non su gerarchie imposte.

Il libro risulta dunque adatto a un pubblico vasto: appassionati di mare, futuri marinai, ma anche manager, coach e formatori. Le storie di fatica, coraggio e bellezza sono universali. C’è spazio per la dimensione pedagogica, come quando Bacchi ricorda la propria infanzia distante dal mare, e tuttavia guidata da curiosità e passione . Questi ricordi costituiscono un patrimonio personale, ma sono anche portatori di un messaggio educativo e ispirazionale per chi si sente distante da ciò a cui aspira.

Tra i lettori, diversi evidenziano la piacevolezza del progetto grafico: immagini suggestive della nave, un’impaginazione curata come quella di un quasi albo illustrato. Molti segnalano il valore didattico e simbolico del volume, tanto da definirlo un viaggio emozionante in un simbolo nazional-popolare .

“Il punto più alto” non è semplicemente l’autobiografia di un comandante, ma un invito – rivolto a lettori di ogni età e formazione – a salire sempre più in alto nel proprio orizzonte personale e professionale, a scegliere responsabilità, a investire nella relazione con gli altri. È un romanzo di mare, di comando, ma anche di leadership umana. Per chi cerca storie vere, ricche di passione e insegnamento, è una lettura che sa emozionare e ispirare.

Il libro potete trovarlo qui.