intelligenza artificiale - Futuro + Umano. Quello che l'intelligenza artificiale non potrà mai darci. Recensione di Piero Vigutto.

Anno: 2018

Autore: Francesco Morace

Casa editrice: EGEA

Il sociologo Francesco Morace, con “Futuro + Umano”, si pone di fronte alle evoluzioni tecnologiche non con timore, ma con la lente dell’umanità. In pochi tratti emerge una proposta tanto lineare quanto profonda: l’orrore dell’intelligenza artificiale non sta nel suo potenziale, bensì nella nostra incapacità di coltivare e valorizzare ciò che nessuna macchina potrà offrire. Benedetto da questa convinzione, Morace muove proprio dalla natura complessa e contraddittoria dell’uomo, creatura fragile eppure portatrice di curiosità, emozioni e capacità di cura, per tracciare la bussola di un futuro in cui la dimensione umana resta imprescindibile.

Il libro si apre con una riflessione ampia sul momento storico: l’avvento dell’intelligenza artificiale non ci proietta semplicemente in un futuro tecnologicamente avanzato, ma mette allo specchio la nostra umanità, chiedendoci di capire chi vogliamo essere. Qui Morace introduce l’idea che l’uomo possieda un “principio speranza” e un “principio responsabilità” che le macchine non possono replicare. È da questo binomio che dobbiamo partire se vogliamo superare l’approccio che vede nella tecnologia una minaccia anziché un’opportunità.

Proseguendo nella lettura, emerge una riflessione pragmatica ma non riduttiva: l’intelligenza artificiale eccelle nella computazione, nella velocità, nella gestione massiva di dati. È una risorsa da tenere a disposizione dell’uomo per alleggerire compiti ripetitivi e liberarci energie. La sfida sta nel ridare senso a quelle energie recuperate, orientandole verso creatività, cura, empatia e cura dell’altro. Morace non urla alla resistenza tecnologica: piuttosto urge a orientare il futuro verso un’umanità ri-centrata, non svuotata dalla tecnologia.

I concetti vengono supportati da voci e contesti che spaziano da idee filosofiche alla cultura delle fondazioni, con riferimenti a esperienze reali (come il progetto IBSA) che cercano di integrare tecnologia e sensibilità umana. Quella sensibilità diventa elemento cruciale, perché se l’IA è potente, senza un coinvolgimento umano essa rischia di rimanere uno strumento sterile, incapace di sollevare morale o senso nelle organizzazioni e nella società .

Affiora inoltre un ulteriore punto, che conferisce al testo un tratto attualissimo: l’incertezza. Viviamo tempi in cui la singolarità tecnologica potrebbe emergere, ma più realisticamente dobbiamo prepararci a un futuro imprevedibile. Morace sostiene che l’incertezza possa diventare “lato vitale” del cambiamento se solo impariamo a considerarla risorsa anziché ostacolo. Questo attiva un invito a restare curiosi, aperti, consapevoli della nostra fallibilità e della ricchezza imprevista che ne può scaturire.

Nonostante la sua brevità (circa 150 pagine), “Futuro + Umano” non vacilla nella densità dei contenuti: è conciso senza esserne impoverito, perché sceglie i temi giusti e li coltiva con riflessioni acute. Food for thought per chi si interroga sull’intelligenza artificiale, ma non solo quello. È una pellegrinaggio verso un’antropologia ritrovata, che parte dalla fragilità per andare verso la speranza.

Misurarsi con questo libro significa mettersi in gioco: non come avversari della tecnologia, ma come protagonisti di una scelta consapevole che non sacrifica l’umano sull’altare del progresso.

Il libro potete trovarlo qui.