Qui di seguito troverete alcune letture che mi sono piaciute o mi hanno particolarmente ispirato* e che voglio condividere con te che stai leggendo. Il progetto 30 giorni 1 libro nasce dal desiderio di dedicare quotidianamente il giusto tempo ad aprire la mente ad altre idee, ad altri autori, ad altre prospettive, una condizione indispensabile per chi vuole rimanere al passo con i tempi. Se pensi di non avere tempo, rifletti sul fatto che basta leggere 20 pagine al giorno, significa un investimento di circa 30 minuti, e alla fine di un anno avrai letto 7300 pagine che corrispondono a circa 12 libri di 350 pagine circa. 30 giorni 1 libro è un progetto a cui puoi partecipare anche tu. Condividi sui social la foto della copertina e una piccola recensione concludendo con #30giorni1libro. Diffondiamo la cultura del sapere, ne beneficeremo tutti.

*Nota: non percepisco denaro per la segnalazione di questi testi e la recensione pubblicata è frutto della mia personale opinione.

Nudge. La spinta gentile

Anno: 2017

Autore: Cass R. Sunstein, Richard H. Thaler

Casa editrice: Feltrinelli

Quando si parla di scelte personali e collettive, “Nudge. La spinta gentile” emerge come un testo rivoluzionario, capace di portare il lettore a riflettere sul sottile ma potente ruolo che l’architettura delle scelte – o choice architecture – svolge nelle nostre decisioni quotidiane. Richard H. Thaler, premio Nobel per l’Economia nel 2017, insieme al giurista Cass R. Sunstein, partono dall’evidenza che le persone non sono l’“homo economicus” sempre razionale descritto dai manuali accademici, bensì esseri soggetti a errori sistematici a causa di euristiche, bias cognitivi e comportamenti sociali. Il risultato di tali errori non è soltanto individuale: si riflette sulle finanze, sulla salute, persino sulla partecipazione civica.

Dalle prime pagine emerge una chiara presa di posizione: se gli individui commettono scelte non ottimali perché spesso pigri, impulsivi o influenzati dalla prevalenza, allora l’intervento giusto non è quello di vietare o obbligare, ma di offrire una “spinta gentile” – ovvero un nudge – che mantenga la libertà di scelta, ma faciliti quella che sappiamo essere una decisione a lungo termine desiderabile . Si tratta di libertarian paternalism, una veste nuova per proteggere l’autonomia individuale, ma senza lasciarla ostaggio delle imperfezioni cognitive.

Il testo è impregnata di esempi concreti, che lo rendono leggibile e immediato. Thaler e Sunstein raccontano di come un default intelligente può incrementare i risparmi previdenziali – con il celebre piano “Save More Tomorrow” – e di come una semplice modifica nell’ordine degli alimenti in una mensa scolastica possa spingere i bambini a scegliere frutta più sana e sostenere stili di vita migliori. Grazie a questi casi, l’autore mostra quanto le nudge siano già parte della nostra vita, usate consapevolmente o meno. Senza imporre divieti, si può migliorare la salute pubblica, favorire la sostenibilità ambientale e incrementare il benessere individuale.

Al centro dell’opera c’è la distinzione tra due sistemi cognitivi, mutuati dalla tradizione psicologica successiva a Kahneman: il Sistema Automatico – rapido, istintivo, soggetto all’effetto gregge e alle scorciatoie mentali – e il Sistema Riflessivo, più deliberativo e consapevole. I nudge agiscono proprio sul primo, rendendo l’opzione buona – o almeno neutra – la scelta più facile da adottare in modo spontaneo. Questo è un punto nodale per comprendere perché le persone spesso non scelgono ciò che è meglio per loro quando il percorso è troppo faticoso o poco comprensibile.

Oltre agli esempi, gli autori riflettono sulle implicazioni normative del loro approccio. Non si tratta di manipolazione occulta, ma di progettare spazi decisionali che le persone possano scegliere volontariamente. Ed è qui che il libro dà forza alla sua visione etica: il “paternalismo libertario” mantiene la libertà, ma introduce una responsabilità collettiva verso ciò che sappiamo essere più efficace per il benessere, senza cadere in coercizioni.

Non mancano le voci critiche. Alcuni osservatori mettono in guardia dal rischio di un nudge che, se applicato in contesti sbagliati o senza trasparenza, possa trasformarsi in una spinta troppo insistente – una sorta di “sludge” sulla scia di Thaler e Sunstein stessi. Altri, infine, riflettono su quanto efficace possa essere una spinta gentile se non sostenuta da approfondimento e partecipazione consapevole: come mostra il caso dei bambini che abbandonano i carote dopo poco, un nudge da solo può non bastare .

Ciò nonostante, proprio questo equilibrio – tra scienza del comportamento e rispetto della libertà individuale – rende “Nudge” un volume imprescindibile. Ha ispirato politiche pubbliche in Gran Bretagna, Stati Uniti e continua ad essere citato come modello per sviluppare interventi in ambito scolastico, sanitario, finanziario. La sua eredità è diventata uno standard, spesso adottato persino da organizzazioni che non sanno di praticare la choice architecture.

In conclusione, “Nudge. La spinta gentile” è l’opera che ha reso popolare la behavioral economics non solo come spazio di studio, ma come strumento operativo nelle mani delle istituzioni e delle aziende. È un invito a riflettere su chi disegna le nostre scelte, su cosa vengono modificate e con quale scopo. È un libro che fa bene alla ragione e alla democrazia, perché insegna che la libertà può convivere con la guida gentile di chi protegge la nostra capacità di fare scelte migliori.

Il libro potete trovarlo qui.


#DigitalRecruiter. Social network, AI, gamification e strumenti tech per i professionisti HR.

Anno: 2022

Autore: Anna Martini, Silvia Zanella

Casa editrice: FrancoAngeli

Con “#Digital Recruiter” Anna Martini e Silvia Zanella offrono una panoramica aggiornata e concreta sull’evoluzione del digital recruiting nell’era digitale, trasformando strumenti e strategie in alimenti indispensabili per ogni professionista HR. La versione aggiornata, ideale per fronteggiare sfide reali in ambito selezione e talent attraction e digital recruiting, propone uno sguardo critico e operativo su social network, intelligenza artificiale, sistemi di tracciamento candidati, gamification e tecnologie HR‑tech che ridefiniscono la professione e il rapporto con i candidati.

Marini e Zanella si pongono con spirito da “Lonely Planet” per recruiter, offrendo percorsi e approfondimenti pensati per chi ogni giorno cerca talenti con competenza e creatività. Il loro racconto ruota intorno a un presupposto chiaro: nelle selezioni più riuscite il digital recruiting non è un “di più”, ma la spina dorsale di ogni strategia. Non si tratta solo di sapere postare su LinkedIn o Facebook, ma di instaurare un dialogo umano-narrativo con potenziali talenti, integrando dati, automazione e intelligenza persuasiva .

Un elemento che valorizza la lettura è la suddivisione tra ruoli e competenze: il social recruiter, il sourcer, l’HR manager e il consulente di ricollocazione non sono più figure isolate ma poli di un sistema interconnesso. Ognuno deve padroneggiare strumenti digitali e tecniche comunicative specifiche, integrandole nel processo organizzativo mentre si muove in un ecosistema dove la reputazione online è elemento decisivo nella scelta dei candidati.

L’uso dei social network va oltre la semplice pubblicazione di annunci e diventa attività di ascolto, dialogo e intelligence. Martini e Zanella illustrano come sfruttare strumenti di sourcing, monitoraggio e analisi per comprendere il contesto e anticipare le mosse dei talenti, trasformando l’HR in attore strategico nel business digitale. 

La gamification diventa parte integrante del funnel di selezione perché ingaggiare attivamente i candidati significa generare relazioni e fidelizzazione ben prima del colloquio. L’intelligenza artificiale, dall’altro lato, semplifica processi ma richiede consapevolezza e competenza tecnica. Trattare il tech non come elemento estraneo ma come leva di performance e valore è la sfida proposta dal libro, che accompagna il lettore nella riflessione su cosa significhi davvero essere recruiter nel presente.

Un altro merito del testo è l’approccio pragmatico, nessuna promessa miracolistica ma un percorso progressivo. Dall’ottimizzazione del profilo LinkedIn all’uso degli account aziendali, dai tool di talent pooling all’attività di employer branding, tutto è supportato da esempi e interviste a direttori HR che descrivono applicazioni reali. Questo rende il volume uno strumento operativo, più che una riflessione teorica.

Lo stile è chiaro, diretto, senza giri di parole. Le autrici non cercano di semplificare l’innovazione, ma ne mostrano le sfumature. Come sottolinea Zanella, oggi serve equilibrio tra libertà di espressione e policy aziendale, perché la reputazione personale influisce su quella collettiva . Non mancano sezioni dedicate a crisi da social post inappropriate, gestione degli errori e cultura digitale necessaria per l’adozione consapevole.

L’approccio copre numerose tecnologie senza approfondirle singolarmente facendo di questo un punto di forza, chi cerca casi studio intensi potrebbe desiderare un approfondimento maggiore su AI o analytics. D’altro canto, proprio questa varietà rende “#Digital Recruiter” un quadro completo da cui partire e da cui lanciarsi verso specializzazioni ulteriori.

“#Digital Recruiter” è un’opera agile ma dal respiro strategico. È un manuale per chi vuole rimanere competitivo in un panorama in continua evoluzione dove le HR non sono più funzioni amministrative ma architette di relazioni e comunità digitali. È ideale per il digital recruiting, HR e talent manager che sentono la responsabilità di aggiornarsi e innovare.

Il libro potete trovarlo qui.


MILF. Cosa puoi imparare da Pornhub per la tua azienda: modelli di business, strategie digitali e uso dei dati.

Anno: 2020

Autore: Emanuela Ciuffoli, Erika D’Amico, Marco Pulzelli

Casa editrice: Gazduna

“M.I.L.F.” rompe il tabù del confronto tra business e pornografia, proponendo una lezione sorprendente e concreta: anche da una piattaforma come Pornhub possiamo imparare strategie digitali evolute e politiche data-driven da applicare nelle nostre aziende. Il libro – scritto da Emanuela Ciuffoli ed Erika D’Amico, in collaborazione con Marco Pulzelli – parte da un presupposto dirompente: il successo di Pornhub non è dovuto alla natura dei contenuti, ma al modo in cui organizza, analizza e trasforma l’esperienza dell’utente in conoscenza strategica e fidelizzazione duratura.

La narrazione si snoda come un manuale ibrido, a metà tra il case study e la guida strategica, che spazia dai modelli di subscription, alla profilazione dell’utente, alla gestione intelligente dei contenuti, fino agli strumenti di personalizzazione e user experience. La forza del testo risiede nella capacità di rendere questi concetti comprensibili, senza reticenze e con un linguaggio che unisce leggerezza e rigore. L’irriverenza non diventa provocazione fine a sé stessa, ma raccordo narrativo per parlare di marketing, UX e dati in modo diretto e coinvolgente.

Pornhub emerge come protagonista, senza filtri: la piattaforma ha costruito un database immenso, analizzando tendenze, comportamenti e preferenze. Questa conoscenza gli permette di offrire contenuti su misura, ottimizzando l’engagement e generando performance commerciali elevate. Il libro mostra come anche una PMI, un professionista o una startup digitale possano adottare la stessa logica: profilare il proprio target, segmentare le audience, tracciare interazioni e reazioni, e trasformarle in azioni di marketing efficaci.

Un altro punto di forza consiste nell’attenzione allo user journey. Ciuffoli e D’Amico sottolineano come un flusso studiato, che riflette attenzione alla facilità d’uso, alla qualità della proposta e alla personalizzazione, aumenti significativamente il tempo di permanenza, il ritorno degli utenti e la probabilità di conversione. Ogni dettaglio, dall’interfaccia alla proposta contestuale, diventa un’occasione per trattenere attenzione e costruire valore.

Il testo si dimostra efficace nel trasferire queste dinamiche in contesti completamente diversi da quelli della pornografia: e-commerce, piattaforme educative, brand emozionali, SaaS, servizi B2B. Gli esempi concreti, le mappe di processo, i suggerimenti operativi e gli spunti per mettere la data analytics al centro della strategia mostrano un filo conduttore pratico: non importa il settore, ciò che conta è il mindset orientato alla misurazione e alla cura dell’esperienza del cliente.

Lo stile fresco e provocatorio aiuta a mantenere alta la tensione della lettura. Non siamo di fronte a un trattato accademico su Big Data o personalizzazione, ma a un racconto efficace e pragmatico che utilizza Pornhub come leva narrativa. Ogni capitolo parte da un’azione concreta, come segmentare, personalizzare, testare, e finisce suggerendo strumenti e piattaforme facilmente applicabili.

Pur originale e stimolante, il volume non è privo di limiti. Chi cercasse approfondimenti tecnici come indicatori di performance specifici, algoritmi di profilazione o metriche di intelligenza artificiale, potrebbe restare deluso: la proposta tende alla panoramica più che all’approfondimento. Tuttavia, proprio questa scelta riflette la mission del libro: sensibilizzare, provocare e stimolare l’adozione di una mentalità digitale strategica più che fornire tecnicismi operativi.

In conclusione, “M.I.L.F.” è un libro che spiazza e insegna. Usa l’ironia per smuovere certi pregiudizi, ma allo stesso tempo offre spunti validi per chi vuole portare il potenziale dei dati e della user-centricity nella propria azienda. È una lettura consigliata a manager, professionisti del digitale, imprenditori e consulenti che desiderano innovare con concretezza, senza preconcetti.

Il libro potete trovarlo qui.


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