
Anno: 2021
Autore: David Buonaventura
Casa editrice: Independently published
Leggere questo libro significa varcare la soglia di un manuale provocatorio e sincero che smonta con ironia e concretezza i meccanismi di LinkedIn, sottolineando come persino chi parte da presupposti discutibili possa, con metodo e autenticità, costruirsi una reputazione credibile. Il titolo, volutamente dissacrante, anticipa l’approccio vivace dell’autore che si rivolge a chi teme di apparire autoreferenziale o stucchevole ma desidera comunque farsi notare, raccontare la propria professionalità e raggiungere risultati concreti.
Bonaventura parte da una presa di coscienza semplice ma potente: LinkedIn non è solo una bacheca di curriculum digitali ma uno spazio comunicativo e strategico. Per questo definisce la figura del “cazzaro” non in senso dispregiativo ma come metafora di chi comunica a vuoto, senza contenuto, stile o leggerezza. Il suo obiettivo è insegnare a evitare questa trappola, proponendo una comunicazione che può mantenere un tono leggero, magari autoironico, senza scadere nel vacuo. Il lettore, così, è guidato a riconoscere il confine tra personal branding efficace e narcisismo digitale.
Il volume è costruito attraverso un percorso strutturato in passaggi logici: dall’ottimizzazione del profilo ai contenuti (post, scritti, video), dall’interazione con la community al network building, fino alla misura dei risultati. Ogni capitolo abbina indicazioni pratiche, ad esempio titoli che colpiscono, taglio memorabili, storytelling autentico, a esempi concreti di “cazzari” e anti-cazzari, estratti da profili reali che siano stati modificati per rispettare la privacy. Spesso i profili presi in esempio sono tratti dalla biblioteca di Bonaventura oppure segnalati da HR e professionisti curiosi e sono studiati per mostrare cosa funziona e cosa no.
Il pregio del libro risiede nella capacità di unire la leggerezza di un tono colloquiale con la serietà di un metodo basato sull’esperienza. Bonaventura utilizza storytelling, consigli pratici, checklist e call to action chiare ma mai pedanti. Il lettore impara che per emergere su LinkedIn non serve fingere ma trovare la propria cifra comunicativa, lavorare sui contenuti e interagire in modo autentico. Scrivere con voce propria, contestualizzare i successi, raccontare errori e lezioni apprese, partecipare a discussioni con rispetto. Sul web si trova chi lo definisce “utile, pieno di spunti e che soprattutto ti spiega come evitare di diventare un cazzaro”.
L’autore non nasconde le insidie della piattaforma, dalla tentazione di post eccessivamente promozionali, alla dipendenza dalle metriche, dal rischio di creare un ecosistema autoreferenziale, fino al confronto costante che genera ansia. Il lettore viene sollecitato a costruire una presenza equilibrata, una narrazione che unisca professionalità e umanità, rigore tecnico e tono originale. Le sezioni dedicate agli errori da non commettere, come la promozione compulsiva, i clickbait vacui, le polemiche inutili, sono utili promemoria che il “non-cazzaro” impara a evitare.
Per chi desidera utilizzare LinkedIn come strumento di crescita professionale, il racconto di Bonaventura offre una guida concreta. Le parti funzionali, come l’uso del titolo professionale, la descrizione del profilo e la strategia di pubblicazione, si integrano con una riflessione più ampia su approccio mentale, coerenza tra online e reale, gestione di visibilità e reputazione.
Tra gli elementi distintivi del libro il tono autentico e antiretorico emerge con forza. Non c’è alcuna promessa di successo facile o formule magiche, ma un invito a giocare e dire la propria, con cura. E non mancano momenti di autoironia. L’autore stessa racconta episodi personali di errori su LinkedIn, rendendosi vicino al lettore e dimostrando che persino i contenuti più sbagliati sono occasione di crescita.
Bonaventura si sofferma talvolta su dettagli stilistici come forme di scrittura, emoji da evitare, lunghezza dei post – che rischiano di confondere i meno smaliziati. Ma proprio questa attenzione alla forma aiuta a distinguere un profilo professionale da uno vuoto.
Una guida disincantata e utile, perfetta per i professionisti che vogliono emergere sulla piattaforma senza perdere autenticità. È un invito a coltivare una presenza LinkedIn che funzioni davvero, costruita su contenuti rilevanti, tono coerente e interazioni che aggiungono valore.