
Anno: 2020
Autore: Vincenzo Moretti, Luca Moretti
Casa editrice: Amazon
Nel veloce panorama editoriale italiano emerge “Il Lavoro Ben Fatto”, scritto da Vincenzo e Luca Moretti, come un invito coraggioso e autentico a riscoprire l’essenza del lavorare con dignità, passione e responsabilità. Non un manuale tecnico, ma un racconto di cultura e attitudine, il volume ci sfida a mettere insieme testa, mani e cuore in ciò che facciamo. In poche pagine, la voce di Vincenzo, figlio di una tradizione artigiana meridionale, e quella di Luca, narratore e formatore, si uniscono in un percorso che va oltre la produttività, proponendo un nuovo senso del lavoro come strumento di cambiamento personale e collettivo.
La narrazione parte da radici familiari, dal rapporto tra Vincenzo e suo padre, cresciuto tra la fatica della bottega e il desiderio di dignità. Da questi ricordi nasce la consapevolezza che qualsiasi lavoro, se fatto con cura, ha valore intrinseco. Non conta la complessità della mansione, ma la volontà di svolgerla con attenzione e orgoglio. In questa dimensione personale si innesta una visione più ampia: il lavoro ben fatto può, a sua volta, generare un moto virtuoso nella comunità e nel Paese, trasformandosi in leva per la rinascita sociale ed economica.
Il cuore del libro ruota attorno ai presupposti culturali del progetto. I “cinque passi del lavoro ben fatto” diventano un manifesto di senso: l’approccio, il risultato, la narrazione, lo sviluppo sistemico e la dimensione generativa di moltiplicazione delle possibilità. Si tratta di fasi integrate, in cui la qualità, personale e condivisa, diventa norma e non eccezione. Un impianto che aspira a trasferire la sensibilità artigiana nella quotidianità delle aziende, delle istituzioni e della formazione.
Altri elementi di forza risiedono nel tono partecipativo e vero del testo. Non siamo di fronte a generalizzazioni vuote o a slogan idealistici. Le storie raccontate, spesso familiari, arrivano dirette: un panettiere che sperimenta, un insegnante che narra, un imprenditore che rifiuta la mediocrità. Ciascuno porta testimonianza del valore aggiunto che scaturisce dalla coerenza tra pensare e fare. In questo senso il libro respira e trasmette un calore umano raro nel genere.
L’approccio dei Moretti possiede anche rigore teorico. Non basta credere nel valore morale del lavoro ben fatto, bisogna ripensare le relazioni sociali e organizzative che lo sostengono. Il manifesto stesso (Articolo 51) rappresenta un codice etico e operativo, una chiamata alla consapevolezza e alla responsabilità civica e comunitaria.
Un ulteriore attributo del libro è la bellezza visiva: il capitolo finale curato da Luca Moretti è una narrazione per immagini, che alterna foto e testi in un racconto intenso di vita ordinarie fatte di cura, passione e qualità. Questo mix multimediale amplifica il messaggio: il lavoro ben fatto non è solo idea, ma azione incarnata.
È tuttavia lecito chiedersi se questa visione, per quanto nobile, non resti un cammino individuale o locale, incapace di scalare realmente a livello nazionale. Il testo è ricco di esempi e slancio personale, ma monotematico: manca forse un confronto critico con questioni strutturali come digitalizzazione, globale competitività o disparità territoriali. La dimensione più politica e sistemica, se presente, resta sullo sfondo.
“Il Lavoro Ben Fatto” è un’esperienza emotiva e riflessiva, una provocazione gentile che invita ciascuno a interrogarsi su che tipo di lavoro vogliamo e su quale mondo quel lavoro possa costruire. È un libro intimo che parla al cuore, ma che cerca anche di provocare una discussione collettiva attorno a un’idea semplice: il lavoro può essere strumento di dignità, appartenenza e progresso, se viene fatto bene.