La mediocrazia. Recensione di Piero Vigutto

Anno: 2017

Autore: Alain Deneault

Casa editrice: Neri Pozza

Alain Deneault, filosofo e docente canadese, si presenta come un’analisi aggressiva e coraggiosa del potere dei mediocri nelle nostre società. Scritto con rigore filosofico ma anche con toni divulgativi, il saggio prende le mosse da un’osservazione lancinante: «i mediocri hanno preso il potere», non con un colpo di stato, ma attraverso un lento assedio culturale, economico e politico ilfoglietto.it+15ibs.it+15lafeltrinelli.it+15donboscoland.it+4psicopolis.com+4wired.it+4.

Il concetto chiave del libro è la “mediocrazia”, ovvero un regime dominato da individui la cui principale qualità è la capacità di seguire processi e modelli standardizzati anziché eccellere nel merito. La mediocrazia, spiega Deneault, affonda le radici nell’industrializzazione del lavoro: mestieri trasformati in “funzioni”, know-how sostituito da esecuzione meccanica, competenza ridotta a conformità a procedure e protocolli . L’autore parla di una sorta di “religione d’impresa” che organizza ogni gesto secondo regole predefinite e, al contempo, erode ogni possibilità di creatività e pensiero critico donboscoland.it+4psicopolis.com+4ilfoglietto.it+4.

La forza argomentativa di Deneault si esprime anche attraverso l’analisi critica rivolta a settori tipicamente reputati prestigiosi: l’università, ad esempio, è descritta come una fabbrica di cervelli al servizio del mercato e dei finanziatori, dove l’eccellenza viene sacrificata sull’altare del maggior numero di pubblicazioni e della produzione standardizzata ibs.it+15angelomincuzzi.blog.ilsole24ore.com+15amazon.it+15. Il mondo politico, invece, si è snaturato nel nome di un “giusto centro” che si è fatto sinonimo di mediocrità impeccabile e di assenza di idealità reali .

Al centro della riflessione, inoltre, c’è il ruolo degli “esperti” come figure emblematiche della mediocrazia moderna: soggetti che legittimano decisioni già prese, consolidando il potere dei vertici senza introdurre contenuti originali né argomentazioni autonome . Essi rappresentano l’anello di congiunzione tra comando e conformismo, promotori di una cultura fatta di formati già codificati e mai messi in discussione .

Non manca un’analisi amara sulla “corporate religion”: un sistema che ingloba ogni ambito, dalla politica all’economia, trasfigurando la partecipazione sociale in adesione a valori tecnocratici, a formule linguistiche preconfezionate, a un entusiasmo artificiale e performativo lafeltrinelli.it+1psicopolis.com+1. Il risultato? La riduzione dell’essere umano a un esecutore in serie, capace di “girare una procedura”, salutare nel modo giusto e ripetere slogan aziendali senza alcuna intensità personale .

Malgrado la durezza dei toni, “Mediocrazia” non è solo uno sfogo: Deneault indica anche un antidoto possibile, il pensiero critico. Nel libro emerge la volontà di liberarsi dal regime della mediocrità attraverso piccoli atti quotidiani di resistenza: pensare con autonomia, dire “no” ai compromessi identitari, rifiutare posizioni che annacquano la propria integrità centrostudiperlapace.it+13amazon.it+13angelomincuzzi.blog.ilsole24ore.com+13. Si tratta di riportare valore alle differenze, alla creatività, alla tensione verso il meglio, al di fuori delle logiche passive e omologanti della mediocrazia .

Certamente questo saggio non è privo di difetti: lo stile può risultare a tratti ripetitivo, i toni talora eccessivamente provocatori, e la visione, fortemente critica, non dimentica un certo pessimismo nei confronti della possibilità di un cambiamento immediato. Tuttavia, la densità argomentativa e la radicalità dell’analisi lo rendono un testo fondamentale per comprendere molte derive contemporanee – dall’aziendalizzazione della politica alla riduzione delle professioni a funzioni precostituite.

In conclusione, “Mediocrazia” di Alain Deneault è un’opera che squarcia la coltre del conformismo culturale e mette sotto accusa il dominio della mediocrità tecnica, esecutiva e burocratica. È un monito verso il risveglio del pensiero critico, un appello a restituire senso al merito, all’arte, all’humanitas. Un libro scomodo, sfidante e necessario per chi vuole ricostruire una visione più libera e autentica dell’agire umano.

Il libro potete trovarlo qui.