Microlearning il futuro della formazione aziendale che prenderà il posto della formazione on line. Cos’è e quali sono le prospettive ce lo spiega il CEO di 4Books, la startup conosciuta per il contributo di Marco Montemagno, che non si occupa solo di formazione ma offre molto di più. Filippo Satolli sarà ospite ad #HRO2023 il 23/11/2023 e la sua azienda sarà presente alla fiera sui servizi per le imprese HR Nexus che si terrà sul metaverso. Iscriviti ora e non perdere questa occasione.
La formazione è centrale nello sviluppo personale e aziendale. In che modo 4books risponde a questi bisogni?
Da una recente ricerca di Gartner è emerso che l’82% dei dipendenti ritiene importante essere visti dalla propria azienda come persone e non solo come forza lavoro. Questo concetto, evidenziato con maggiore forza dall’emergenza pandemica, per fortuna viene abbracciato da sempre più realtà che decidono di puntare sulla crescita dei propri dipendenti a 360 gradi, fornendo loro strumenti che vadano oltre le cosiddette ‘competenze pratiche’ oggetto delle posizioni lavorative e puntino invece sullo sviluppo delle ‘soft skills’. Questo è esattamente il core dell’offerta di 4books che si propone come strumento smart per le aziende che vogliono investire sulle competenze trasversali dei propri dipendenti, e lo fa con percorsi formativi coinvolgenti e fruibili tramite le applicazioni native iOS e Android. Flessibilità e personalizzazione sono per noi due concetti portanti, che rispondono in modo adeguato a esigenze formative di “nuova generazione”.
La formazione viene da sempre considerata una perdita di tempo. Per il lavoratore il commuting è un'occasione o un problema da gestire?
La formazione diventa una perdita di tempo quando si riduce a un processo esclusivamente top down, dove i corsi vengono ‘imposti’ ai dipendenti da parte delle aziende senza ascoltare le esigenze e gli spunti che possono venire dalle risorse umane stesse. Con un forte accento appunto sulla parola “risorse”. Inoltre, spesso i percorsi formativi sono troppo lunghi e dispersivi, il che causa interferenze e inefficienze anche rispetto ai ritmi lavorativi e ai tempi da dedicare alle proprie mansioni. Molti dei contenuti di 4books, e anche della cultura aziendale che abbracciamo, tengono invece in considerazione i flussi produttivi, la concentrazione e le preferenze individuali nell’organizzazione del lavoro. La nostra proposta cerca quindi di rispondere in maniera efficiente da questo punto di vista, inserendosi in tutti quei tempi morti (come il commuting o i momenti di attesa) che possono essere messi a frutto grazie al formato audio e mobile. La durata media dei singoli contenuti è di circa 15 minuti, che si possono anche interrompere, riprendere e riascoltare a piacimento.
Quali sono le competenze che vengono maggiormente richieste e per quale motivo?
Sono appunto quelle ‘soft’. Uno studio recente di World Business Forum ha indicato che il 44% delle competenze dei lavoratori dovrà essere aggiornato entro il 2025. Questo per la rapidissima evoluzione delle tecnologie – si veda tutto il tema dell’AI molto in hype negli ultimi mesi – e dei modelli di business. Quindi la cosa più saggia che un’organizzazione e che ognuno di noi può fare è affinare e sviluppare capacità “operative” e legate al pensiero critico. Costituiscono una base fondamentale che permette poi di innescare, altrettanto rapidamente, un’evoluzione delle competenze (upskilling) o un riposizionamento delle stesse (reskilling).
Si parla molto di intelligenza artificiale, come può aiutare le aziende nella formazione del proprio personale?
L’AI è un importante alleato delle aziende anche sulla parte di formazione perché, se usata correttamente, può agevolare la creazione di percorsi formativi ‘ad hoc’ e personalizzati per i singoli dipendenti, andando quindi a soddisfare le necessità specifiche di ogni persona. Richard Baldwin, un importante professore di economia internazionale a Ginevra, durante un recente World Business Forum, ha dichiarato: “L’IA non vi ruberà il lavoro, sarà qualcuno che la usa a farlo”.
Da anni la formazione non è più solo quella frontale. Quali sono le previsioni per il prossimo futuro?
La formazione, per poter essere efficace, deve essere sempre più partecipativa e prevedere momenti di scambio. Per fissare i concetti che studiamo è fondamentale metterli in pratica, testarli direttamente sul campo, in modo da valutarne l’efficacia e le potenzialità. Gli Stati Uniti sono stati i primi ad adottare questo approccio, affermando la propria leadership in ambito formativo a livello globale.
A vostro avviso, nei prossimi due anni quali temi formativi garantiranno uno sviluppo competitivo delle imprese?
Le aziende che vogliono puntare su uno sviluppo competitivo devono fare una sola cosa: investire sullo sviluppo delle persone che lavorano per loro. Sono le persone che ci permetteranno di stare al passo con le tecnologie e le sfide emergenti su più fronti. E per incentivare lo sviluppo personale, secondo me, c’è bisogno di ribaltare un modello in molti casi ancora dominante, passando da una logica che valorizza le competenze ‘hard’ (pensiamo al ruolo degli sviluppatori informatici nel corso degli ultimi anni) a una visione più ampia, orientata alle competenze ‘soft’, come il pensiero creativo, la leadership, la resilienza, il talent management. Senza dimenticare il costante lavoro da portare avanti sulla motivazione e sulla self awarness, che considero il fattore più importante fra tutti.
Piero Vigutto
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