Il 6 dicembre sono andato a Bologna per la #NDNA Notte di Natale Anticipato organizzata dagli amici di Fior di Risorse a FICO Eataly World. Un’occasione per incontrarci tutti e per farci gli auguri. Molti li conoscevo già e molti altri li ho conosciuti in quell’occasione. Queste serate conviviali fanno bene alla mente perché sono occasione di confronto e di scambio di esperienze e fanno bene allo spirito perché la relazione tra persone ti scalda dentro.
Arrivato alla stazione dei treni Bologna Centrale ho preso un taxi per andare in hotel per appoggiare la valigia in stanza prima di andare a cena. Ovunque io vada cerco sempre il confronto con chi il luogo lo abita, lo vive quotidianamente, ne assapora i cambiamenti, perché offre prospettive diverse da quelle del turista, del pendolare, di chi la città la vede solo di sfuggita. Il viaggio in taxi è per me un pretesto per capire la città ascoltando un’altra prospettiva. Conil tassista parliamo di Bologna, di com’è cambiata, delle persone e ovviamente anche del suo lavoro.
Mi dice che fa il tassista dal 1974 e tra due o tre anni andrà in pensione. Di questo si dispiace perché quel lavoro lo ha scelto e voluto fortemente. Mai avrebbe potuto lavorare in azienda, mi dice, timbrare il cartellino ogni giorno, alla stessa ora, per fare sempre le stesse cose… no, non ce l’avrebbe fatta, avrebbe ceduto e in poco tempo avrebbe mollato come lasciò il lavoro a tempo indeterminato di autista di autobus di linea. Troppo monotono, sempre la stessa tratta. Sempre gli stessi visi. Sempre la stessa vita.
A fare il “tassinaro” si diverte anche se ha vissuto alcune situazioni davvero difficili che “se sono qui a raccontarla è per miracolo o per fortuna, a seconda di quel che si crede”. Ha visto molti volti, conosciuto molte persone, visto tutta la città, rischiato la notte sia per gli incidenti che per le rapine, eppure, mi dice, potesse continuare a fare quel lavoro lo farebbe volentieri “perché se ti piace quello che fai, anche scaricare sacchi di cemento tutto il giorno diventa il lavoro più leggero e bello che ci sia”.
Il viaggio termina troppo presto, avevo molte domande da fargli perché quando parli con certe persone ricevi sempre belle lezioni di vita e per certi insegnamenti il tempo non è mai sufficiente. Non mi ha detto il suo nome. Non importa, per me rimarrà l’uomo che fa il lavoro più bello del mondo.
Piero Vigutto
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