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Finita l’emergenza che ruolo avranno gli HR?

Finita l’emergenza che ruolo avranno gli HR? Domanda tutt’altro che sciocca. Chiaramente ci sono ruoli in azienda che avranno a che fare più di altri con la gestione del post emergenza Covid19, tutti guardano agli RSPP che indubbiamente sono in prima linea nel contrastare l’insorgenza di nuovi contagi e nella gestione dei protocolli di sicurezza ma gli addetti e i responsabili HR delle aziende, interni o esterni che siano, avranno il loro bel da fare.

Chi si occupa di HR in primo luogo si occupa di persone e con quelle avrà a che fare anche nel post emergenza. La vera domanda è: al di là dei protocolli di sicurezza per la gestione dell’epidemia, quali sono le competenze che gli HR dovranno mettere in campo per gestire al meglio il personale? Di certo, se la domanda non è banale, la risposta non è scontata.

Di certo il ruolo degli HR non sarà più quello di prima. Dopo l’emergenza tutti gli addetti e i responsabili HR avranno a che fare con i sentimenti contrastanti delle persone che andranno dalla paura alla completa disattenzione delle regole per la sicurezza personale. Una gamma impressionante di atteggiamenti ed emozioni che andranno gestite, chi non lo farà rischia di trovarsi seduto su una bomba emotiva che potrebbe scoppiare da un momento all’altro. L’analisi e la gestione degli stati psicologici sarà quindi sempre più importante e in questo la figura degli HR avrà sempre di più il ruolo centrale di supporto, mediazione e ascolto. 

Sempre più importanti saranno le competenze trasversali di tutti gli attori in gioco. Comunicazione, gestione, organizzazione, valutazione (solo per citarne alcune) non potranno più essere fatte a caso ma dovranno essere studiate e parametrizzate, customerizzate direbbe qualcuno, sulla realtà in cui andranno ad essere esplicitate. Già ci sono le prime avvisaglie e le prime richieste di intervento in tal senso, già alcune imprese, comprendendo l’importanza di un’azione preventiva, hanno messo in campo strumenti di ascolto e supporto ai propri dipendenti. Un’azione, quest’ultima, che i più cinici potrebbero ascrivere a politica per l’employer branding ma che invece è riferibile al buonsenso derivante dalla più alta forma di liquidità aziendale in cui la resilienza è solo una piccola parte delle competenze che andranno messe in campo.

Piero Vigutto

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