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Finalmente termina il 2020… come ci organizziamo per il new normal?

Credo che in molti stiano festeggiano la fine di un anno che nella memoria di tutti rimarrà come l’anno della pandemia. Nessuno dubita che il 2020 abbia incarnato appieno il detto anno bisesto anno funesto, né che si lascerà dietro strascichi difficili da superare. Alcuni dati di Deloitte ci aiuteranno a capire meglio la situazione: il 90% delle aziende intervistate ha dichiarato di aver subito rallentamenti o sospensioni delle attività produttive; il 70% delle imprese si trovava in difficoltà finanziarie; 1 azienda su 4 ha avviato la riconversione delle proprie linee di produzione per prodotti oggi considerati strategici; 6 aziende su 10 dichiarano di dover rimodulare la propria offerta sul mercato; 1 azienda su 2 intende puntare sull’internazionalizzazione. E’ evidente che saremo di fronte ad una rimodulazione globale del mercato.

Le priorità per il prossimo anno sono quindi quelle di consolidare un adattamento già avviato, diversificare e guardare all’estero per avere una diluizione del rischio di mercato rispetto ad una concentrazione del business. Nel rapporto I bisogni delle PMI per la ripresa post Covid, sempre di Deloitte, si legge a pagina 5 che “7 aziende su 10 hanno espresso la necessità di adeguare il modello operativo alle nuove esigenze dettate dal new normal anche attraverso lo sviluppo di nuove competenze con formazione o assunzioni mirate”. Va da sé che uno dei grandi investimenti che le imprese dovranno mettere in campo per adeguarsi al new normal, non solo nel 2021 ma negli anni a venire, riguardano, come dice il rapporto di Deloitte, lo sviluppo di nuove competenze attraverso la formazione mirata e/o assunzioni di persone che portino un valore aggiunto al team costituito. Vorrei qui proporre alcune riflessioni in merito a questi due importantissimi punti che molte aziende hanno fino ad ora trascurato ma che saranno il fulcro del new normal.

Formazione. Quando parliamo di formazione spesso mi viene chiesto se è finanziata. Il finanziamento non deve essere più un vincolo insormontabile, comprendo benissimo che averlo o non averlo cambia il bilancio di qualche migliaio di euro ma se il non averlo cambia il bilancio così tanto da mettere a rischio la salute finanziaria dell’impresa, allora Houston abbiamo un problema… ricordiamoci che questo non è un bel messaggio da dare ai dipendenti i quali finiranno per farsi alcune domande e darsi, generalmente da soli, le risposte (sbagliate) sulla stabilità economico finanziaria dell’impresa stessa. Negare un percorso formativo perché costa equivale ad un incentivo all’esodo. L’azienda che va verso il new normal non se lo può permettere perché ad andarsene per primi saranno le persone più skillate.

Dati. Un secondo errore che viene compiuto è quello della mancanza di misurazione ex ante ed ex post del processo formativo. Il fatto che la formazione sia gratuita, o quasi, aiuta a saltare questo importante passo: siccome non mi costa non mi serve misurare l’impatto. Purtroppo questo ragionamento danneggia l’azienda e le persone e non è per nulla new normal. Formazione significa dare una forma e quindi deve avere dei risultati visibili, il resto è in-formazione. Per troppi anni abbiamo considerato il pezzo di carta attaccato al muro come una prova delle competenze acquisite, spiacente di deludere molti lettori ma non è così. Le competenze nel mondo new normal dovranno essere misurate ben prima di pensare ad un percorso formativo. Perché? Perché devo capire chi ho di fronte, quale preparazione hanno le mie persone, da che punto partono, cosa gli serve veramente per far fare l’extra mile all’impresa, quali sono le necessità reali… solo dopo posso iniziare la progettazione del percorso formativo adeguato. Comprare i pacchetti non va mai bene, almeno non per le imprese che vogliono affrontare il new normal. La misurazione va fatta anche ex post a distanza di qualche mese per capire quali sono i risultati ottenuti. Questo che ho appena descritto sembra un processo complicato ed oneroso, in realtà è molto semplice e riduce i costi sul lungo termine e rende efficace la formazione che è di gran lunga migliore rispetto ad un diplomino incorniciato sulla parete.

Selezione. La selezione del personale è il secondo grande nodo che le PMI e le aziende in generale dovranno sciogliere. Spesso ho notato che la selezione del personale si basa sul “naso” di chi si cimenta in questa attività, è ovvio che questo non è possibile in un mondo new normal che cambia velocemente. Per svolgere questa attività ci vuole una persona preparata, le improvvisazioni appartengono agli anni ’90 il new normal non le accetta, anzi, le punisce severamente. Serve un processo di assunzione parametrico, basato su strategie efficaci, senza si rischia fortemente di incorrere in errori che costano parecchio all’azienda.

A conclusione di questo articolo, posto che ricette efficaci per il 2021 non ci sono e che le lenticchie a capodanno non servono a molto, cosa possiamo fare per gestire al meglio le persone nel new normal? Direi che è molto chiaro:

  • organizzare la gestione delle persone in maniera razionale per ridurre i costi e rendere le aziende meno viscose;
  • razionalizzare la formazione attraverso strumenti che forniscano le competenze necessarie ricordandoci che non basta il “pezzo di carta” per dirci soddisfatti e competenti;
  • se dai noccioline ti circondi di un branco di scimmie. Se vuoi i talenti devi essere disposto a pagarli altrimenti accontentati (valido sia per le persone che per gli esperti/formatori/consulenti che assumi);
  • che tu le assuma o che le formi, alle persone competenti non puoi dire cosa fare, le persone non sono pecore e non hanno bisogno di un pastore. E’ arrivato il momento della fiducia e dell’autonomia, il comando e controllo diretto li possiamo annoverare tra le vittime del Covid e, diversamente dalle altre, nessuno li piangerà;

Quest’anno è diverso dagli altri. Il 2020 è davvero uno spartiacque tra l’old e il new normal dove l’engagement la farà da padrone. Negli anni che seguiranno festeggeranno l’uscita dalla crisi solo coloro che avranno razionalizzato i processi di gestione, anche delle persone, agli altri rimarranno le briciole e forse neppure quelle.

Buon new normal a tutti.

Piero Vigutto

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