Era questo inverno, durante una di quelle giornate dal cielo plumbeo che ti rovescia in testa secchiate d’acqua. Sveglia alle 5.30, un’ora prima del solito, colazione e macchina. 100 chilometri di acqua a catinelle per arrivare per la prima volta in un’azienda dove avrei dovuto tenere un incontro su comunicazione e gestione dei gruppi di lavoro (leggi strumenti di gestione della leadership).
Il primo impatto è stato davvero gradevole. Mi accoglie al front office un impiegato diversamente giovane ed estremamente gentile. Sbrighiamo i convenevoli: documento di identità in cambio del badge; indicazioni sulla sala in cui avrei incontrato i dipendenti; password del wi-fi; allacciamenti vari per PC (proiettore, prese varie, ecc).
Seguì la domanda di rito: “Desidera un caffè prima di iniziare?”. Accetto e il signore mi porta in una sala in cui c’era una cucina perfettamente arredata con frigo, microonde, lavastoviglie, pensili. Quello che mi colpisce immediatamente sono i pasticcini sul tavolo (la foto di copertina è quella che ho scattato io, chiedo scusa per la qualità).
“Chi compie gli anni?”, chiedo.
“Nessuno”. Risponde il mio accompagnatore “Ogni lunedì la direzione offre i pasticcini a tutti i dipendenti. E’ una consuetudine voluta dal nostro titolare. Un modo per rendere più gradevole il rientro al lavoro dopo la pausa del fine settimana”.
Prevengo i mal pensanti, non si tratta di una multinazionale che fattura fantastiliardi ma di una media impresa, una normalissima PMI. Beh, tanto normale non è nel senso che non è comune vedere così tanta attenzione per le proprie persone. Il risultato però era visibile fin dall’accoglienza e si riverberava nell’umore delle persone che incrociavo nei corridoi.
“In sweetness we trust” il motto che si legge. Piccole (o grandi?) attenzioni che riscaldano durante le fredde invernali giornate di pioggia e che dicono molto su come la proprietà interagisce con i propri dipendenti.
Piero Vigutto